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Reatech Italia, obiettivo inclusione

08/10/2013 

Libertà di movimento è il motto della Rolfi, azienda presente in questi giorni a Reatech, nata per dare una risposta di libertà nel movimento, in modo indipendente o assistito, sempre in sicurezza, nella scelta degli accorgimenti tecnologici più adatti a ogni esigenza.
Libertà di movimento è il motto della Rolfi, azienda presente in questi giorni a Reatech, nata per dare una risposta di libertà nel movimento, in modo indipendente o assistito, sempre in sicurezza, nella scelta degli accorgimenti tecnologici più adatti a ogni esigenza.

Circa 4 milioni, secondo l’Istat (l’istituto nazionale di statistica), sono in Italia le persone disabili e non autosufficienti con età compresa tra 11 e 87 anni. E sono, in gran parte dei casi, le famiglie a doversi misurare ogni giorno con la disabilità, facendo affidamento sulle loro forze e, in misura variabile, sull’aiuto del volontariato e sul contributo dei servizi assistenziali pubblici. È su questa realtà che dal 10 al 12 ottobre prossimi si accenderanno a Milano, con la regia e l’organizzazione di Fiera Milano Congressi, i riflettori della seconda edizione di Reatech Italia, rassegna dedicata al tema dell’inclusione sociale, dell’accessibilità, dell’autonomia di persone dalle esigenze speciali. A spiegare la finalità della manifestazione ci pensa Francesco Conci, amministratore delegato della società organizzatrice.

La passione di Ruggero Vilnai per lo sport e la meccanica è all’origine della creazione degli ausili sportivi per disabili che hanno caratterizzato la nascita della Offcarr nel 1982. Avvalendosi dell’esperienza acquisita in ambito sportivo, ha arricchito l’offerta con una gamma di carrozzine ortopediche, esposte anche a Reatech.
La passione di Ruggero Vilnai per lo sport e la meccanica è all’origine della creazione degli ausili sportivi per disabili che hanno caratterizzato la nascita della Offcarr nel 1982. Avvalendosi dell’esperienza acquisita in ambito sportivo, ha arricchito l’offerta con una gamma di carrozzine ortopediche, esposte anche a Reatech.

– Come è nata questa manifestazione?
«Il gruppo Fiera Milano ha acquisito un paio d’anni fa un’azienda brasiliana, la Cipa di San Paolo, specializzata in iniziative fieristiche. Uno dei marchi più importanti nel suo portafoglio era appunto Reatech, acronimo che sta per Rehabilitation technologies, tecnologie per la riabilitazione: una fiera-mercato, giunta alla dodicesima edizione, per la vendita di prodotti per disabili, che in Brasile ammontano a decine di milioni. La prima edizione italiana si è tenuta nel 2012 ed è stata una replica del modello originale. Come Fiera Milano Congressi, abbiamo compreso che il vero potenziale di Reatech non risiedeva solo nella componente fieristica, vetrina di beni materiali e servizi, soluzioni, novità tecniche, bensì nella sua trasformazione in grande tavola rotonda internazionale, chiamando a raccolta interlocutori da tutto il mondo affinché mettessero in comune la loro esperienza sul tema dell’inclusione sociale e dell’accessibilità nel senso più ampio del termine. Un’occasione, insomma, di riflessione e discussione positiva sulla disabilità, non di denuncia e di lagnanza: una presa d’atto delle opportunità capaci di rendere più inclusiva la normale esistenza dei disabili, considerati non più un peso spesso mal sopportato, ma un valore aggiunto per la società».

– Quali saranno i filoni conduttori del periodo sperimentale?
«L’argomento portante di quest’anno è il lavoro. Nel giugno scorso abbiamo organizzato un convegno, dal titolo “Categorie protette: una risorsa per il mondo del lavoro, un’opportunità per le aziende”, in cui è emerso come sia ancora difficile l’inserimento dei disabili nelle imprese. Ed è una questione di mentalità e di cultura che fa da freno: parecchie aziende, per lo più di piccole e medie dimensioni, preferiscono pagare le sanzioni di legge, considerate sopportabili per i loro bilanci, piuttosto che attivare l’iter di assunzione stabilito da norme reputate complesse e poco flessibili. Il prossimo anno si punterà sul tema delle barriere architettoniche e delle cosiddette smart cities, le città a misura di disabile. Nel 2015 infine, l’anno dell’Expo, il punto focale sarà costituito dall’alimentazione».

– Altre peculiarità dell’edizione 2013?
«Abbiamo innanzitutto deciso di avviare una piccola rivoluzione, accantonando il linguaggio scientifico sofisticato e puntando sulla divulgazione a tutto campo e sulla presenza, in particolare, delle scuole, dei ragazzi, dei giovani. Non a caso la manifestazione si aprirà, grazie al coinvolgimento del Cip-Comitato italiano paralimpico presieduto da Luca Pancalli, con la Giornata nazionale dello sport paralimpico che prevede convegni e workshop di approfondimento e la partecipazione di atleti di varie discipline, che si stanno preparando alle Olimpia di invernali, che si svolgeranno a Soci in Russia nel 2014, e a quelle estive in programma a Rio de Janeiro in Brasile nel 2016. Cercheremo di raccontare gli aspetti positivi della disabilità, quali sono i comportamenti imprudenti che possono generarla, quali le pratiche, le esperienze, le innovazioni tecnologiche significative per migliorare l’autonomia e l’inclusione».

– Anche l’educazione civica è importante?
«In un’epoca in cui si va di corsa e ci sono tanti fattori di distrazione, è importante recuperare e rafforzare il senso civico fin da piccoli, affinché tutti abbiano sempre presente che ci sono persone speciali».

 
 
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