UNESCO: ALTRI DUE SITI PER L'ITALIA
La splendida città fortezza di Palmanova voluta dalla Serenissima per difendere la cristianità dalla furia degli ottomani, le alte mura di Bergamo con i loro passaggi sotterranei, le 200 bocche da fuoco e le cannoniere. E poi gli alti muraglioni bastionati di Peschiera del Garda, che sembrano nascere direttamente dalle acque del lago. Diventa Patrimonio dell'Umanità, gioiello da tutelare come Pompei o la valle dei Templi di Agrigento, la rete delle opere difensive veneziane, che l' Unesco, riunito in questi giorni a Cracovia ha deciso di inserire nella sua prestigiosa lista.
Per l'Italia, premiata anche con il riconoscimento a dieci secolari faggete, una doppia vittoria, che porta il Belpaese a poter vantare 53 siti con il prestigioso bollino, più di qualsiasi altro Paese del mondo, anche se la Cina è a brevissima distanza con 52.
Una bella notizia, certo, che però comporta impegni e responsabilità. Come non basta far nascere un figlio per essere dei bravi genitori, ma occorre nutrirlo, educarlo, sostenerlo, così non basta aver avuto la fortuna di trovare sul proprio territorio straordinarie testimonianze culturali e naturali per essere e restare davvero "il Paese più bello del mondo" e con il massimo di ricoscimenti da parte dell'Unesco.
Se un genitore non assolve il suo compito, il figlio gli può essere sottratto. Lo stesso vale per i beni culturali e ambientali. Ricorderete la minaccia di ritirare il ricoscimento all'area di Pompei, trascurata e abbandonata, flagellata da continui crolli. In quell'occasione l'Italia seppe reagire, decise di investire, soprattutto elaborò un piano credibile. Cominciò a prendersi cura del suo bellissimo figlio.
A essere ancora a rischio è invece proprio Venezia, la città unica al mondo e dal mondo invidiataci, dalla quale scaturirono quelle mura difensive che proprio ora sono state premiate. L'Unesco ha più volte richiamato l'Italia al suo dovere: troppi turisti, le grandi navi che attraccano troppo vicine alla città mettendo a repentaglio il sistema architettonico e quello ambietale e riversando migliaia di pesone... In questo caso manca ancora una risposta seria... Sarebbe eclatante che il patrocinio dell'Unesco venisse revocato a una città simbolo della belelzza come quella veneta...
GENESI DI UNA VITTORIA. COME è NATA LA CANDIDATURA
I dossier delle candidature, entrambi molto complessi, erano in preparazione da anni, in particolare quello che riguarda le strutture difensive messe in atto dalla Repubblica di Venezia, partito nel 1988 a Bergamo, da un'idea dell'architetto Gianni Carullo, che insieme all'amministrazione comunale la presentò all'allora ministero dei beni culturali, per diventare poi un progetto ufficiale nel 2008. Quasi trent'anni dopo la prima intuizione e grazie anche a uno studio di oltre 500 pagine presentato alla 41esima Commissione Unesco riunita a Cracovia, il sogno si è avverato e le città italiane coinvolte festeggianoa.
L'idea vincente, spiegano gli esperti del Mibact che hanno seguito passo passo il dossier trovando sinergie con la Croazia e il Montenegro dove si trovano le altre tre fortificazione segnalate, Zara, Sebrenico e Cattaro, è che queste opere costituiscono un'eccezionale testimonianza dell'architettura militare che si è evoluta tra XVI e XVII secolo, un periodo molto importante nella lunga storia della Repubblica di Venezia.
LE ANTICHE MURA VENEZIANE: QUANDO E PERCHe' VENNERO EDIFICATE
Tutte insieme, fortezze e muraglioni, «testimoniano la presenza di una rete difensiva unica tra Stato da Terra e Stato da Mar occidentale incentrato sul Mare Adriatico storicamente conosciuto come Golfo di Venezia». Raccontano insomma di un progetto difensivo unitario e straordinario, «che ebbe connotazioni civile, militare e urbane che si estesero oltre il bacino mediterraneo spingendosi a Oriente». Un sistema concepito, sottolineano gli esperti, sulla base di «grandi capacità tecniche e logistiche, di moderne strategie di combattimento e dei nuovi requisiti architettonici applicati diffusamente nelle difese dello Stato da Terra e del settore occidentale dello Stato da Mar».
Sei luoghi diversi, dislocati in un'area geografica decisamente vasta (oltre mille chilometri tra la Lombardia e la costa adriatica) nel Rinascimento strategico territorio della Serenissima, accumunati fra loro dal «sistema alla moderna», in pratica i bastioni, resi necessari dopo che l'introduzione della polvere da sparo aveva costretto a rivoluzionare le tecniche e l'architettura militare. Una testimonianza storica di grande importanza a cui si aggiunge, in ogni luogo diversa, la suggestione di straordinari paesaggi.