«Voterò no al referendum perché dico sempre
sì a tutti: ai clienti, a mia moglie, a mio figlio...».
Dietro la battuta-sfogo che un tassista ha
fatto a Enrico Bertolino, c’è la ragione che
ha spinto il comico a mettere in scena al
Teatro Brancaccio di Roma Perché boh. «È uno
spettacolo che cerca di convincere la gente
ad andare a votare in modo consapevole. In
ballo c’è la modifica di 44 articoli della nostra
Costituzione su 139. Non mi sembra poca
cosa. Io voto sempre, ma credo che
sia importante far sentire la nostra voce
proprio perché si tocca la Carta per la quale
hanno dato la vita migliaia di italiani».
Da qui il sottotitolo dello show: “Guida comica
allo sfruttamento della Costituzione”, dove
la parola sfruttamento va intesa come «uso
strumentale che i politici hanno fatto della
nostra Carta: non si parla, salvo in rari
casi, dei contenuti della riforma, ma la si è
trasformata in una contesa tra i sostenitori
e gli avversari del Governo Renzi». Bertolino
è un comico e con questa chiave declina
l’intento informativo dello show: «Abbiamo
musicato alcuni articoli della Costituzione
con le canzoni dei Pooh. Il batterista Stefano
D’Orazio ci ha fatto pure il regalo di venire
a cantare l’articolo 11, quello sul ripudio della
guerra». Bertolino ha ricevuto tante richieste di
replica: «Mi piacerebbe portare lo spettacolo
nelle università, perché gli astensionisti si
concentrano soprattutto tra i giovani. Del
resto, abbiamo sostituito l’educazione civica
con l’educazione “cinica” dei reality...».