Ha dell’incredibile ciò che è successo a Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia, dove sedici persone, tra cui il sindaco Pd Andrea Carletti, politici, medici, assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi e psicoterapeuti di una Onlus di Torino, sono state raggiunte da misure cautelari dai carabinieri con l’accusa di aver redatto false relazioni per allontanare i bambini dalle famiglie e collocarli in affido retribuito da amici e conoscenti. Al centro dell’inchiesta “Angeli e Demoni” coordinata dal sostituto procuratore Valentina Salvi, la rete di servizi sociali della Val D’Enza e un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro di cui beneficiavano, secondo gli inquirenti, alcuni degli indagati, mentre altri si avvantaggiavano a vario titolo dell’indotto derivante dalla gestione dei minori attraverso i finanziamenti regionali. Fondi con cui venivano organizzati corsi di formazione e convegni tenuti da una Onlus piemontese in elusione del codice degli appalti e delle disposizioni dell’Autorità nazionale anticorruzione.
Tra le contestazioni, “lavaggi del cervello” ai minori in sedute di psicoterapia, anche con impulsi elettrici per “alterare lo stato della memoria”. Tra i reati contestati, frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso e il più grave: lesioni gravissime in relazione ai traumi subiti. Alcuni di loro, oggi adolescenti, mostrano profondi segni di disagio che si manifestano in tossicodipendenza e gesti di autolesionismo.
Ma non basta. Dalle carte dell’inchiesta emergono altri particolari. Disegni dei bambini falsificati con l’aggiunta di dettagli a carattere sessuale, abitazioni descritte falsamente come fatiscenti, stati emotivi dei piccoli relazionati in modo ingannevole, travestimenti dei terapeuti da personaggi “cattivi” delle fiabe messi in scena ai minori in rappresentazione dei genitori intenti a fargli del male, denigrazione della figura paterna e materna. I trucchi più sporchi pur di togliere i bambini ai loro genitori, mantenerli in affido e sottoporli a un circuito di cure private a pagamento della Onlus piemontese. Decine anche i regali e le lettere di affetto, consegnati negli anni da parte dei genitori naturali, che i carabinieri hanno sequestrato in un magazzino dove erano nascosti e che gli appartenenti ai servizi sociali indagati non avrebbero mai consegnato ai piccoli. Uno scenario terribile.
«Se i fatti fossero confermati» ha commentato Filomena Albano, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, «ci troveremmo di fronte a una situazione di gravità inaudita. Il sistema di tutela dei minorenni non può tradire la sua vocazione, che è quella di proteggere i bambini in condizione di fragilità». Dall’altra parte, si alza la voce di chi ribadisce l’istituto dell’affido familiare come “scelta d’amore”. «Molte sono le famiglie che, anche con l’aiuto delle associazioni, vivono l’esperienza dell’affido con disponibilità e gratuità in stretto rapporto con i servizi sociali e i tribunali per i minorenni» sottolinea Massimo Orselli, delegato all’Affido familiare e adozione del Forum nazionale delle associazioni familiari. «Cogliamo questa circostanza nefasta per riaffermare l’importanza e la bellezza dell’affido e promuoverne il valore sociale. Un episodio drammatico non può e non deve fare del male anche alle migliaia di bambini in affido e alle famiglie che in tanti anni si sono dedicate con amore sincero a questi minori».