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venerdì 13 dicembre 2024
 
Discriminazioni vergognose
 

Regione Lombardia, una mozione razzista

15/06/2017  S'intitola “Criticità in relazione all’attività di volontariato” ed è stata approvata martedì dal Consiglio Regionale della Lombardia. E qual è la criticità? Che quattro richiedenti asilo, “pericolosamente” neri, siano coinvolti in lavori socialmente utili con minori. Non basta, la maggioranza di centrodestra si è superata: i Comuni lombardi vogliono utilizzare i migranti per il pedibus? Gli chiedano il certificato penale. Anche agli italiani? No, solo ai richiedenti asilo

Una mozione inutile, tecnicamente includente. Anzi no, politicamente “molto utile” per associare i profughi alla criminalità (e al reato infamante di pedofilia), in modo discriminatorio e biecamente razzista. È la sintesi della mozione “Criticità in relazione all’attività di volontariato” approvata martedì dalla Giunta Lombarda. E qual è la criticità? Che quattro richiedenti asilo, per di più “pericolosamente” neri, siano coinvolti in lavori socialmente utili con minori. La Lega e la maggioranza di centrodestra, evidentemente, preferiscono che i profughi siano nullafacenti, così magari da attaccarli il giorno dopo perché “bighellonano”. Del resto, sul mercato elettorale prendersela con gli immigrati è un argomento troppo ghiotto: la mozione lombarda viene approvata nello stesso giorno in cui, dopo una batosta elettorale, il Movimento 5 Stelle attacca i profughi (la sindaca Virginia Raggi), i mendicanti e i rom (Beppe Grillo).

Ma a Palazzo Lombardia sono andati ben oltre, inventandosi un testo esplicitamente razzista. I comuni lombardi vogliono utilizzare i migranti per servizi come il pedibus? Gli chiedano il certificato penale, con particolare attenzione ai reati di pedofilia e pedopornografia. Anche agli italiani? No, solo ai richiedenti asilo. Alla faccia della discriminazione. E infatti – per evitare di essere condannata come discriminatoria dal diritto europeo – la mozione voluta dalla Lega non impone (non può imporre) nulla, ma invita la giunta di Roberto Maroni a «sensibilizzare» i Comuni affinché verifichino i requisiti di questi volontari.

La richiesta per altro è complicata, se non impossibile: immaginate un profugo che, una volta sbarcato, torna in Africa per chiedere la fedina penale in modo da poter fare volontariato… «Dal punto di vista tecnico – attacca il consigliere del Partito democratico Jacopo Scandella – la mozione è completamente inutile. Dal punto di vista politico ha come unico obiettivo associare alla pedopornografia e alla prostituzione minorile l’attività di volontariato di quattro persone. Centinaia di migliaia di persone fanno volontariato con dei bambini, ma non sono mai stati oggetto dell'interessamento della Lega. Questi però sono “di colore”. Una mozione imbarazzante con la quale si sdogana il peggiore razzismo».

La battaglia del centrodestra lombardo si concentra su quattro “neri” che hanno lavorato a titolo gratuito. Il primo, inserito in un progetto della Prefettura con la Caritas e la Cooperativa Ruah, è stato impiegato in servizi di facchinaggio nella scuola media Cameroni di Treviglio; gli altri tre invece hanno collaborato ad Arcore, il Comune della Brianza dove vive Silvio Berlusconi, all’accompagnamento dei bambini alle scuola elementari con il pedibus, insieme all’associazione Genitori Attivi. Esperienze di integrazione positive dunque, forse proprio per questo attaccate.

Concorda Milena Santerini, deputata italiana (Demos-Cd) e presidente dell'Alleanza parlamentare contro l'odio del Consiglio d'Europa: «Quello che la Lega vuole evitare è che gli immigrati si dimostrino utili, come già sono, nel lavoro, nel volontariato, nei servizi. Il gioco del sospetto sui rifugiati “pericolosi” serve solo a ritardare la loro integrazione e minare la fiducia che è alla base di una società coesa e sicura». Indurre a considerare tutti gli stranieri potenzialmente pedofili o delinquenti è «una forma di razzismo che discrimina i non italiani e non contribuisce a proteggere i bambini, dato che la vigilanza è già operata dai Comuni».

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