Urne aperte oggi in Gran Bretagna per delle elezioni anticipate fortissimamente volute dal primo ministro Theresa May con la speranza di stravincerle. Invece ora, se non rischia proprio di perderle, corre il rischio di vincere, ma non abbastanza. Si sentiva fortissima Theresa May quando l’aprile scorso aveva annunciato a sorpresa di aver deciso le elezioni anticipate. Lei, più volte apertamente contraria al voto anticipato, aveva cambiato idea “con riluttanza” a causa delle resistenze politiche al tipo di Brexit che il suo governo vuole ottenere dal negoziato con l’Unione Europea. “Non intendo permettere ai miei avversari di indebolire la Brexit”, aveva detto la premier, sicura di andare incontro a una cavalcata trionfale.
May, che nel parlamento uscente ha una maggioranza di 17 seggi, fondava il suo ottimismo sui sondaggi, che davano i Tories in vantaggio di ben 21 punti percentuale sul Labour.
Ma la campagna elettorale non è stata una passeggiata. May ha compiuto alcuni passi falsi, ad esempio sulle politiche sociali (la premier si è vista costretta a rimangiarsi in parte l’annunciata “tassa sulla demenza senile”) e il leader laburista Jeremy Corbin ha cominciato una rimonta che nei sondaggi ha fatto guadagnare punti al suo partito. Fra l’altro la May, sentendosi forte e invincibile, ha snobbato il confronto diretto con gli altri candidati, e questo non le ha giovato. A molti, più che un segno di forza è apparso un segno di debolezza.
Anche gli attentati terroristici di Manchester e di Londra hanno avuto il loro peso nella campagna elettorale. Il tema della sicurezza è uno dei cavalli di battaglia dei Tories, ma gli avversari della May hanno avuto gioco facile nel ricordare che la premier è stata per sei anni (dal 2010 al 2016) ministro degli interni e le hanno imputato i tagli alle politiche per garantire l’ordine pubblico.
Il confronto, come sempre, è fra Conservatori e Laburisti, ma sarà interessante vedere come andrà il voto del partito euroscettico Ukip e degli indipendentisti scozzesi. Altro dato importante sarà quello dell’affluenza. I LIb-Dem, da parte loro, sperano nel sostegno degli elettori contrari a Brexit, anche se ormai tutti sembrano rassegnati all’uscita dall’Unione Europea.
Le urne, aperte alle 7 (le 8 in Italia) si chiuderanno alle 22 locali. L’apertura ufficiale delle nuove camere è fissata per il 19 giugno, nei giorni in cui dovrebbero cominciare i negoziati sulla Brexit.