In dieci mesi ci siamo conosciuti in chat e sposati; il mese dopo il matrimonio, lei è rimasta incinta; ambedue abbiamo superato i trentacinque anni, non vedevamo l’ora di fare una famiglia e ora la nostra bambina ha un anno! Ma tutto ora è a rotoli: i miei genitori dicono che ho sposato una psicopatica, che mi rinfaccia che sono “solo” ragioniere, impiegato nella stessa ditta dove ha lavorato anche mio padre da operaio. Lei è laureata in “scienze dell’educazione” che non ho ben capito che cos’è, ma non ha mai lavorato perché – dice – i suoi l’hanno tenuta sotto la campana di vetro. La casa dove abitiamo è di mia proprietà e il mio lavoro è sicuro, ma sono stufo di sentirmi inadeguato, come dice lei, se non fosse per la bambina che non ha fatto niente di male.
RENZO
— Aiuto, caro Renzo! La vostra piccola ha diritto che voi vi facciate aiutare... comunque vada. Permettimi un’immagine: vi siete illusi di poter costruire una casa senza fondamenta! Vi ha guidato la fretta, la paura di rimanere senza famiglia e... non vi siete conosciuti: o meglio, credevate di conoscervi perché tra le chat, le promesse, vinceva il sogno che l’altro/l’altra fosse fatto/a come mi sembrava, e così avete “saltato” tutte le vere tappe di conoscenza reciproca.
È vero, ogni conoscenza fatta prima del vivere assieme si rivela poi “a buchi”, ma almeno avreste messo le basi per un patto coniugale, per poi cambiarlo a ragion veduta. Ora siete ambedue sepolti dalle delusioni e dalle sorprese negative, e così ciascuno si lamenta per come è fatto l’altro! Bisogna chiarire che voler cambiare l’altro diventa a poco a poco una vera patologia di coppia: lei vorrebbe che tu non fossi solo “ragioniere”, calcolatore, attaccato ai soldi, senza voli e senza sogni e tu vorresti che lei fosse più concreta, meno viziata, capace di mettersi in gioco, di dare una mano concreta, almeno nella conduzione della casa, visto che tu – come scrivi – la mantieni e lei ha solo capricci per la testa. L’avresti già “rispedita dai suoi genitori”, come dici nella tua lettera, ma c’è di mezzo «la bambina di un anno che non ha fatto niente di male», e mi sembra di vedere un sorriso paterno che fa bene al cuore!
Tu ti chiedi che cosa fare: avete bisogno di un mediatore familiare che vi aiuti a conoscervi meglio, a trovare le risorse che ciascuno può mettere nella vita a due e magari condurvi a una sana separazione che abbia al centro il bene della bambina. Vi sono consultori familiari cattolici che vi possono aiutare. Intanto cerca il meglio di lei, con passione e... non tirare in mezzo i tuoi genitori. Ce la farai!