Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
sabato 14 dicembre 2024
 
stati generali della natalità
 

Le forze politiche: «Remiamo tutti insieme per dare un futuro al nostro Paese»

11/05/2023  Italia Viva, Azione, Pd, M5S, Forza Italia, Lega: sono tutti d’accordo agli Stati Generali della Natalità a Roma organizzati dal Forum delle famiglie e dalla Fondazione per la natalità, "una priorità che va sostenuta in ogni modo. Esattamente come serve ridare fiducia ai giovani sul loro avvenire"

La denatalità è un tema centrale per il nostro Paese che non ha colore né bandiera politica. Sul palco dell’Auditorium di via della Conciliazione a Roma in occasione degli Stati Generali Elena Bonetti di Italia Viva, Mara Carfagna di Azione, Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, Giuseppe Conte, Presidente M5S (intervenuto con un video), Antonio Tajani di Forza Italia ministro degli Affari esteri, Matteo Salvini, Segretario Federale Lega e Francesco Lollobrigida di Fratelli d’Italia ministro dell’Agricoltura sono tutti d’accordo. È una priorità per il nostro Paese e come tale va affrontata.

«Condannarci alla denatalità è infliggere un danno a un intero Paese, danno che man mano che cambiano le generazioni sarà sempre maggiore» ha commentato Antonio Taiani; «basta pensare agli istituti di previdenza. Ed è un tema che riguarda tutta l’Europa ecco perché serve una strategia complessiva. Va ridotta la pressione fiscale su chi ha più di due figli, ma non è sufficiente. Vanno aiutate le donne lavoratrici, vanno aumenti i permessi di maternità e paternità per favorire l’occupazione. Va aiutata la natalità, le adozioni; l’utero in affitto non è una strada perché la natalità deve essere sempre un atto d’amore. In giro per il mondo c’è tanta voglia di Italia, avere meno italiani è un brutto segnale. Come Forza Italia siamo pronti a fare accordi e collaborare per un problema che sta diventando endemico».

«È un tema che deve unire tutti» anche a detta di Matteo Salvini; «possiamo avere idee politiche diverse, lavorare per un Paese più tecnologico e smart, ma se tra qualche anno saremo milioni di persone in meno sarà una sconfitta per tutti. Dobbiamo aiutare le persone a potersi permettere di mettere al mondo figli. Dobbiamo fare in modo che i benefit che i datori danno per i figli possano essere esentasse. Va resa esente dal peso fiscale una donna che mette al mondo quattro figli. È una scelta politica e culturale la nostra. Va sostenuta la vita fin dalla concepimento e allora penso al lavoro dei Cav, centri di aiuto alla vita. Vanno aiutate le donne che rischiano di interrompere la gravidanza per una questione economica; vanno aiutate a diventare mamme. Da quando esiste grazie al lavoro del Cav del Buzzi a Milano sono nati 1879 bimbi e bimbe perché accompagnati dall’inizio economicamente e affettivamente. Va fatta una tassazione tarata sul numero dei figli ed è uno dei temi a cuore del ministro Giorgetti. Ecco spero che prevedere una detrazione a figlio metta d’accordo tutti. Come ministro delle infrastrutture ho chiesto di fare una ricognizione e implementare dove già ci sono gli asili aziendali e dove possibile prevederne degli altri perché le mamme possano diventare mamme anche sul posto di lavoro. Insomma, viva la vita sempre dall’inizio alla fine».

Per Elena Bonetti, Italia Viva, «sono necessari un patto e un’alleanza con la politica, le imprese, le aziende e l’associazionismo. Senza la spinta dell’associazionismo e delle imprese la politica non avrebbe fatto i passi avanti che ha fatto che sono storici. Questa è la vera politica generativa. Quindi sì, si può fare squadra e l’abbiamo fatto, si deve fare squadra per il Paese. Il Family act domani compie un anno; è un’esperienza che ha visto il contributo di tutte le forze politiche con una ricomposizione di tutti i punti di vista attorno allo stesso obiettivo. La questione della fiscalità: l’assegno unico universale rappresenta un’innovazione anche da questo punto di vista perché tratta tutti i cittadini e le cittadine nello stesso modo. È un passaggio storico perché introduce la tassazione negativa, ovvero se fai un figlio stai contribuendo a un bene complessivo e io Stato ti restituisco subito un pezzo del tuo investimento. In maniera proporzionata all’impegno, con l’assegno che aumenta dal terzo figlio con un fattore moltiplicativo». Poi ci sono gli studenti nelle tende che protestano per la questione abitativa: «è chiaro che un ragazzo che vuole fare un figlio delle detrazioni fiscali non se ne fa nulla. Quindi rafforziamo l’assegno unico ma facciamo anche l’altra parte: diamo sostegni economici alle famiglie o attraverso sostegni diretti o tramite la fiscalità. Facciamo un provvedimento operativo nei prossimo 30 giorni per le spese che le famiglie sostengono (babysitter, passeggini, gite etc): 500 euro la mese a famiglia attraverso un portafoglio elettronico questa è un’azione di impulso effettivo e immediato. E si può fare. Noi siamo al fianco del Governo che lo fa. Ma non si dica mai più “servirebbe un piano” perché il piano c’è».

Ma il tema economico non è tutto; «è una parte del problema» sostiene Mara Carfagna. «C’è un divario enorme tra il desiderio delle donne di fare figli  e la possibilità di farli. Tutte le analisi ci dicono che ne desiderano più di due. Se questo non accade vuol dire che stiamo violando il diritto alla maternità delle ragazze e delle donne, un diritto inalienabile che ha a che fare con la libertà personale. Bisogna partire da qui per capire quali investimenti mettere in campo e realizzare il loro desiderio che è un diritto umano fondamentale». Ecco allora che servono: «priorità alta e condivisione politica. L’Italia è un Paese fortemente indebitato, ma se partiamo dal presupposto che il diritto alla maternità è indispensabile allora deve salire in cima alla scala delle priorità. Col Governo Draghi abbiamo stanziato 20 miliardi di euro per finanziare l’assegno unico universale. E bene ha Meloni a confermarlo e rafforzarlo. È una misura strutturale. Il Governo Draghi ha rivoluzionato l’approccio alla famiglia. Il passo successivo era mettere mano all’Isee perché non può pesare di più una piccola casa ereditata al mare del numero di figli a carico.Assegno unico universale e riforma Isee in una marcia di avvicinamento al quoziente familiare come modello a cui tendere. Se la strada è questa massima disponibilità a sostenere il Governo perché il vero primo made in Italy bambini che nascono in Italia e le mamme che se ne prendono cura. Sulle giovani coppie, infine, impatta il peso della mancanza di stabilità che aumenta la fatica a emanciparsi».

L’intervento del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida è stato spiazzante: «La prossima legge di bilancio è fondamentale anche per capire dove stiamo andando. Ma sono qui per porre delle domande. Il calo demografico non c’è nel Pianeta, non c’è perché le persone aumentano di 75 milioni in un anno. E allora perché dobbiamo preoccuparci qui della mancanza di natalità nella nostra Italia? Io ho provato, forse usando termini che non sono piaciuti (e qui il ministro si riferisce alla sua uscita sulla "sostituzione etnica") come se qualcuno fosse obbligato a leggere testi sui complotti internazionali a cui non do molto ascolto. Ho sentito parlare di sostituzione etnica quando il fascismo ha tentato di sostituire la popolazione altoatesina in maniera criminale; quando Stalin in alcune nazioni, in alcune parti dell’Unione sovietica, ha sostituito interi popoli con cittadini che provenivano dalla madre Russia. Qui noi discutiamo di un elemento che non è legato al calo demografico in generale, che non c’è, ma dovremmo preoccuparci rispetto alla sicurezza alimentare, di come calmierare le nascite per riuscire a garantire cibo per tutti di qualità. Allora se ci stiamo preoccupando di questo in Italia è perché vogliamo salvaguardare cultura e lingua perché l’Italia per storia non ha una razza. Siamo qui per ragionare su come, tra qualche tempo, questo raggruppamento linguistico-culturale possa sopravvivere (e a margine dell’incontro ha aggiunto “esiste un’etnia italiana che immagino che sia quella che in questo convegno vogliamo tutelare”, ndr). L’obiettivo comune è cercare di invertire un dato che ci spaventa: veder nascere meno bambini di quante persone muoiono. Anche da parte mia tutto l’interesse e la voglia di cercare i provvedimenti che possano mettere in condizione le donne  e gli uomini di essere liberi di diventare genitori, di emanciparsi, entrare nel mondo del lavoro il prima possibile. Dove c’è più welfare automaticamente ci sono più nascite. La provincia che ha più nascite è Bolzano: lì si interviene in sostegno della natalità e sulla genitorialità in maniera decisa. Ecco perché continueremo a sostenere tutte le politiche per la natalità: ognuno può fare la sua parte con orgoglio per l’appartenenza alla propria cultura con il desiderio di passarla alle generazioni successive. Un altro dato allarmante è la paura. Devi dare garanzie perché chi non ha paura più facilmente mette al mondo un’altra vita».

Su quali possano essere i passi avanti è intervenuta Elly Schlein, segretaria del Partito democratico: «Il Pd si è speso con tutto se stesso per raggiungere l’assegno unico. Opportuno rafforzare la strada. Una misura con tanti vantaggi: l’universalità, la continuità e la robustezza del contributo. Per alcune famiglie un aumento davvero significativo di risorse con un incremento ulteriore del 50% dallo scorso anno. Misure che vanno a incentivare l’occupazione femminile perché non c’è contrapposizione tra lavoro e maternità; sostegni importanti alle famiglie numerose. Va garantita meglio la fascia media e ridotta la componente patrimoniale. Rispetto alla paura del futuro, c’è un profondo nesso tra la crisi della natalità e la precarietà che colpisce soprattutto le donne, i giovani e il Sud. Per questo contrastiamo l’aumento dei contratti a termine e la precarietà del lavoro. Servono più servizi: siamo ossessionati dagli asili nido e dall’accesso gratuito agli stessi soprattutto per le fasce più fragili. Siamo ossessionati dai nidi perché diminuiscono le disuguaglianze educative tra bambini; aumentano la conciliazione famiglia e lavoro e, in assenza di quei servizi, tante donne fanno scelte diverse per non restare schiacciate. Ecco allora che serve investire di più sui servizi per contrastare la paura del futuro e di non riuscire a conciliare tutti gli ambiti della vita. Chiediamo al Governo di dare una mano ai Comuni, di estendere il tempo pieno a scuola, di sostenere l’occupazione femminile: un congedo paritario completamente retribuito come in Spagna per prendersi cura dei propri figli. Politiche abitative per sostenere le giovani coppie (un contributo all’acquisto e alla ristrutturazione di casa per le giovani coppie; un fondo per l’affitto per le famiglie più in difficoltà; agevolazioni per accedere al mutuo). Noi ci siamo per sostenere i giovani nel cammino verso l’autonomia».

Per ultimo è intervento con un video Giuseppe Conte, Movimento Cinque Stelle: «L’inverno demografico impoverisce l’intero Paese. Dobbiamo consentire ai ragazzi di poter progettare e mettere su famiglia. La precarietà non fa figli. Bisogna offrire a questa generazione quello che noi abbiamo avuto. Dobbiamo concentrarci sul lavoro. Il primo maggio è stato firmato il decreto precarietà che non ci consente di andare da nessuna parte. Va ridotto il tempo di lavoro a parità retributiva una frontiera che dobbiamo affrontare anche noi. Qualità del lavoro e tempo libero. Il Conte 2 ha approvato l’assegno unico: va rafforzata la consistenza dell’assegno, il congedo di paternità perché lasciamo la madre più tranquilla di affrontare i primi mesi di vita del piccolo e permettiamo alle donne di permanere nel mondo del lavoro. Va agevolato il rientro delle donne nel mondo del lavoro. Il Pnrr ha finanziato migliaia di posti all’asilo nido; va fatto di tutto per portarli a termine. 150mila alunni in meno a scuola nell’ultimo anno: dobbiamo investire sulle scuole migliorare gli impianti sportivi. La casa: vanno agevolati gli studenti perché possano acquistare una prima casa, servono mutui per le giovani coppie. Va costruito quel welfare necessario per costruire il loro futuro. Tutto ciò consentirà di costruire un pacchetto per contrastare l’inverno demografico».

In un ultimo giro di tavolo i presenti hanno risposto alla provocazione di Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità: «possiamo prendere come impegno quota 500mila nascite per il 2070? e come?».

Carfagna: «Sì se sapremo essere squadra e individuare le priorità. Cosa serve per fare un figlio oggi? Che i giovani possano guardare al futuro con speranza, con un lavoro stabile, una casa e  una rete di servizi per l’infanzia omogenea e uniforme su tutto il territorio nazionale. Fondamenta su cui si reggono società e Stato. Tre priorità su cui si può agire rapidamente: servizi sulla primissima infanzia grazie al Pnrr perché arrivino al 33%; casa e lavoro dei giovani.  L’stat ha dimostrato come una delle cause della denatalità sia la lunga permanenza in casa dei genitori. Azzeriamo le tasse per i lavoratori under 25 e dimezziamole sotto i 30 anni. Vorrebbe dire lasciare più soldi nelle tasche dei giovani ed entrare nell’età adulta e affrontare le scelte con maggior tranquillità diventando un Paese in cui esser giovani non è un’impresa, essere genitori non è un atto eroico, essere donne non è essere acrobate».

Schlein: «La stabilità delle politiche è determinante. Non può essere ogni volta uno stravolgimento delle misure messe già in campo. Rafforziamo l’assegno unico. Agiamo sulla casa e sulla stabilità del lavoro. Chiederei al Governo di insistere sui centri estivi. Sugli asili nidi ci giochiamo un pezzo di futuro del Paese. Vanno qualificate le persone che ci lavorano per essere all’ah delle sfide. Nel 2022 il 77,2 percento delle dimissioni volontarie sono state per la fatica di conciliare famiglia e lavoro. Questo non può essere».  

Lollobrigida: «Confermiamo le misure sin qui approvate e ove possibile incrementiamole. Invertire il crollo demografico è un punto centrale; servono prossimità dei servizi e innovazioni tecnologiche. Dobbiamo aver governi capaci di programmare. Poi i soldi non sono infiniti: come quando fai la spesa riempi il carrello scegliendo prima cos’è indispensabile. E allora dobbiamo chiederci dov’è l’impegno sulla natalità per le forze politiche? Per noi è al primo posto».

Bonetti: «Il punto chiave è il nostro dovere di ridare una prospettiva di fiducia ai nostri giovani che hanno voglia di futuro. Per decidere di fare una scelta irreversibile come un figlio devi credere nel tuo avvenire. Compito della politica è rendere possibile questo atto di generatività sociale. Dove la famiglia sia un luogo di investimento e non un capitolo di costo. La famiglia come leva di futuro più importante del Paese. Portiamo avanti tutti insieme questa navigazione con coraggio e fiducia».

 

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo