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mercoledì 11 settembre 2024
 
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Renato Corti, il pastore appassionato diventa cardinale

12/10/2016  Per 15 anni vescovo di Novara, per oltre un decennio stretto collaboratore del cardinale Carlo Maria Martini, come vicario generale e vescovo ausiliare di Milano, è tra i quattro vescovi e sacerdoti ultraottantenni ai quali papa Francesco imporrà la berretta rossa. Ed è l’unico italiano.

Vicepresidente della Conferenza episcopale italiana dal 2005 al 2015, stimato predicatore, ha guidato nel 2005 gli esercizi spirituali alla Curia vaticana, gli ultimi con papa Giovanni Paolo II, e su invito di papa Francesco ha scritto le meditazioni della Via Crucis del Venerdì Santo del 2015 al Colosseo. La nomina ha colto di sorpresa monsignor Renato Corti che, così, racconta ieri al sito della Diocesi di Milano. «Ero fuori casa, in parrocchia. Me l’hanno comunicato gli amici della comunità che mi ospita: avevano appreso della notizia dal telegiornale. Io, direttamente, non ho ricevuto nessuna comunicazione, né a voce, né per iscritto. Ma questa mattina mi hanno detto che nei prossimi giorni arriverà un testo scritto. Devo dire che si tratta di una cosa inattesa. E ancora a 24 ore di distanza non si avverte a sufficienza il senso. Ci vorrà ancora qualche giorno». Ma qualche riflessione, continua il Cardinale, già l’ha fatta. «Stamattina, pregando, consideravo qualche aspetto che mi sembra significativo per quanto riguarda diventare Cardinale. Una prima cosa rilevante è il colore rosso che rimanda al sangue, ai martiri. Conosco una preghiera molto bella di Rosmini, una preghiera che ho sempre in evidenza e che lui chiedeva venisse recitata tutti i giorni da chi entrava nella Congregazione che aveva fondato: è una preghiera forte che dice proprio il coraggio della fede che viene chiesto nella vita, cosa che è particolarmente rilevante oggi».

La preghiera, il perdono. E la gioia di tutti

Vescovo spirituale, pastore appassionato e semplice, illuminato dall’esempio di Carlo Maria Martini di cui ricorda l’insegnamento profondo, ovvero «il servizio di consolare le persone afflitte, la luce per illuminare la vita delle persone nel dubbio, la preghiera e il perdono», la nomina di Renato Corti è stata accolta con gioia. A Galbiate, città di origine di monsignor Corti, dove i parenti si sono stretti commossi attorno al parroco, don Enrico Panzeri: «Traspare dalla sua personalità, la profonda spiritualità di cui è portatore». A Rho, presso i padri oblati dove Corti ha deciso di tornare dopo che ha lasciato la diocesi di Novara che guidava dal 1991. «Siamo contenti che il Papa abbia riconosciuto la sua personalità davvero significativa dal punto di vista umano e spirituale» ha detto il superiore monsignor Michele Elli e Vicario episcopale della Zona di Melegnano. «È proprio una bella figura. «Volevamo brindare, ma lui ha detto: “Facciamo cose modeste, modeste. Abbiamo solo tagliato una fetta di torta. Secondo il suo stile monsignor Corti ha proprio chiesto sobrietà». «Se c’è uno in Diocesi che meriti questa elevazione a Cardinale, è proprio monsignor Corti: per quello che ha fatto in Diocesi quando era Vicario generale di Martini e prima quando era in Seminario. E poi per quello che fa oggi, nella discrezione di Rho, dove riceve parecchi preti, predica molti ritiri, confessa molto» è stato il commento di monsignor Angelo Mascheroni. «È uomo ascetico, culturale, umano e spirituale».

«Gioisce con la Chiesa intera» ed «è grata» a papa Francesco «per la nomina a Cardinale di mons. Renato Corti, Vescovo emerito di Novara» il Vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla. «Il servizio alla Chiesa novarese e alla Chiesa italiana di mons. Corti continua ora con una nuova responsabilità, unendo ancora di più la nostra Chiesa diocesana alla Sede del Vescovo di Roma».

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