Dopo la pubblicazione su Famigliacristiana.it, il 15 luglio, del dossier intitolato "L'Italia invasa dalle sette", abbiamo ricevuto due lettere di precisazione, che volentieri pubblichiamo.
La prima lettera ci arriva da Annalisa Tosoni, dell'Ufficio Affari Pubblici Chiesa di Scientology di Milano. Eccone il contenuto:
"L'articolo in oggetto contiene affermazioni false nei confronti di Scientology. Vogliamo credere che questo modo di esprimersi sia solo dovuto all’essere “vittime” di disinformazione o mala informazione.
L'autore dell'articolo deve sapere che Scientology in Italia è stata riconosciuta quale religione sia in ambito giudiziario che accademico. Lo invitiamo pertanto a leggere la sentenza della Corte d'Appello di Milano n. 4780 del 5 ottobre 2000 e, prima di essa, la sentenza della Corte Suprema di Cassazione n. 9476, dell' 8 ottobre 1997. Leggendole scoprirà che non solo in esse si riconosce la natura religiosa di Scientology ma pure che le attività delle sue associazioni sono perfettamente legali e come tali tutelate dagli articoli 8, 19 e 20 della Costituzione italiana.
Esperti di religione quali il Prof. Dario Sabbatucci, che fu docente di storia delle religioni all'Università La Sapienza di Roma, si sono espressi in modo inequivocabile sull'autenticità della natura religiosa di Scientology. Insieme a lui anche il prof. Francesco Finocchiaro, che fu ordinario di diritto ecclesiastico presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università “La Sapienza” di Roma, il prof. Silvio Ferrari, ordinario dell’università di Milano, il prof. Bryan Ronald Wilson, una delle più eminenti autorità nel campo della religione comparata, hanno tutti invariabilmente affermato che Scientology è una religione autentica.
Per essere ancora più precisi in merito ai contenuti del libro promosso nell'articolo, dal titolo "Occulto Italia" di Del Vecchio e Pitrelli, inviatiamo redazione e lettori a consultare questo link, già pubblicato il 17 maggio 2011: http://www.verbavolant.org/content/critica-al-libro-occulto-italia.
Pensiamo che la mala informazione sia divulgata dai soliti conosciuti detrattori di Scientology o alcuni fuoriusciti (sempre gli stessi), le cui accuse insensate sono motivate solo da spirito di vendetta.
Scientology conta ora oltre 8800 chiese, missioni e gruppi in 165 nazioni del mondo. I suoi membri sono persone di ogni età, cultura, etnia, ceto sociale e professione. Molti di essi sono impegnati in attività sociali quali la più vasta campagna non governativa di prevenzione all'uso di droga e nella più vasta campagna a livello mondiale per la sensibilizzazione sull'applicazione dei diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Altri, in Italia, si sono costituiti in un gruppo di protezione civile (Procivicos - Protezione Civile della Comunità di Scientology) e intervengono ogni qualvolta si verifichi un disastro naturale, come appunto hanno fatto in occasione del sisma che ha causato così tanta sofferenza alla gente dell'Abruzzo, gente che li ha conosciuti di persona e che li ha apprezzati per l'aiuto dato, per la loro simpatia e disponibilità.
Le nostre chiese sono aperte a tutti, le nostre attività sono sotto gli occhi di coloro che le vogliono vedere. Siamo disposti a comunicare con chiunque sia ispirato da animo sincero e onestà intellettuale ma non siamo disposti a subire l'intolleranza di chi non sa o non vuole vedere. Il rispetto del credo religioso altrui è un diritto fondamentale, la misura del suo rispetto determina il grado di civiltà di una nazione. Ci auguriamo che il seme della tolleranza e del rispetto del credo altrui cresca per garantire una pacifica convivenza. Per correttezza di informazione i lettori possono trovare tutto ciò che c’è da sapere su Scientology ed il suo Fondatore L. Ron Hubbard, consultando i siti ufficiali: www.scientology.it e www.lronhubbard.it".
La seconda lettera di precisazione ci è invece arrivata da Enzo
Cursio, Capo Ufficio Stampa dell'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai.
Eccone il contenuto:
"Gentile Direttore,
sul numero di questa settimana appare una recensione al volumetto: Occulto
Italia, (Pitrelli/DelVecchio, BUR 2011). Nella seconda parte
dell’articolo, si parla del tutto inopportunamente dell’ente religioso
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Potremmo attenderci una
informazionesuperficiale da un giornalismo dilettantistico o di
carriera, ma non da una testata così seguita come Famiglia Cristiana
che fonda la sua informazione sul binomio Fede = vita quodiana.
Riteniamo doverosa non solo una nostra replica che si prega di
pubblicare, ma chiediamo di poterla incontrare e presentare alla sua
redazione il nostro Istituto religioso. Accostare l’Istituto Buddista
Soka Gakkai a movimenti New Age non è questione di inchieste o di spunti
per opinionisti, è semplicemente un falso.
Come in Italia oramai in molti sanno, quando si parla del Buddismo
della Soka Gakkai (popolarmente e mediaticamente conosciuta come “quelli
del Nam-myoho-renge-kyo”), non si parla di setta o nuovo culto, bensì
di un movimento religioso al quale, nel nostro Paese, appartengono oltre
50.000 membri e che in Giappone affonda la sue radici e la sua pratica
religiosa nell’antichissima tradizione Mahayana del Sutra del Loto e che
oggi conta oltre 12 milioni dimembri in 192 nazioni e territori del
mondo.
Per essere più espliciti: è come se il movimento dei Focolarini o
la Comunità di Sant’Egidio, sorte tra gli anni sessanta e settanta,
fossero considerate sette pericolose fuori dalla grande famiglia
dellaChiesa di Roma. Sarebbe non solo inconcepibile, ma soprattutto
discriminatorio verso milioni di cattolici che hanno trovato il proprio
rivitalizzante senso di missione nella Chiesa universale attraverso tali
movimenti postconciliari. È pur vero dunque che un libro sulle sette è
materia di recensione per un settimanale come FamigliaCristiana,
soprattutto se si parla di pericolosità delle stesse, ma non si può fare
tutto d’un erba un fascio. Per dirla alla Sant’Agostino, ” Se l’uomo
dubita può trovare facilmente le motivazioni che lo portano a
trascendere la propria ignoranza “, quindi, perché non approfondire?
La Soka Gakkai é stata ed è sempre in prima linea nella tutela dei
diritti umani nel mondo e nella lotta per il disarmo nucleare globale.
Attività costantemente svolte in tutti questi decenni a supporto e con
il sostegno delle più alte istituzioni del nostro Paese. Presente in
Italia con le sue attività religiose, filantropiche e culturali fin
dagli anni settanta, oggi, L’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, è
ente religioso riconosciuto con decreto del Presidente della Repubblica
del 20 novembre 2000.
Perché viene descritta con sorpresa una relazione istituzionale tra
il nostro istituto e i massimi organi costituzionali del nostro Paese?
Mi sembrerebbe corretto e civile per una delle più numerose minoranze
religiose italiane avere dei rapporti con ogni livello di rappresentanza
tanto nella Repubblica Italiana quanto in Vaticano. Tutto questo poi,
senza tener nessun conto della fitta pubblicistica che da decenni si
occupa proprio della Soka Gakkai ed in particolare: le indagini pazienti
e approfondite della prof.ssa MariaImmacolata Macioti e del prof. Karel
Dobbelaere poi pubblicate rispettivamente in: Il Budda che è in noi
(Seam edizioni, Roma, 1996) e La Soka Gakkai, un movimento di laici
diventa una religione, Istituto Buddista italiano Soka Gakkai – Via
della Marcigliana 532/9 – 00139 RomaTel. 06872861 – fax 0687286205 –
e-mail: relazioni.esterne@sgi-italia.org2ElleDiCi, Torino, 1998), gli
atti del convegno (sulla presenza buddista in Italia) "Oggi il
Risveglio", tenutosi al Centro Congressi dell’Università degli Studi di
Roma La Sapienza nel maggio 1994 (La critica sociologica, 111-112
autunno/inverno 1994-1995) e l’articolo della prof.ssa Macioti
"L’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai a un bivio" (La critica
sociologica, 141. primavera 2002).
Sempre di Maria Immacolata Macioti: Il fascino del carisma –
Alla ricerca di una spiritualità perduta, Liguori editore, Napoli,
2009, la voce Soka Gakkai ne Le religioni in Italia (a cura di
Massimo Introvigne e Pierluigi Zoccatelli, ElleDiCi, Torino, 2006).
Oppure la parte sul Buddismo di Nichiren Daishonin contenuta nel libro Coscienza
e cambiamento, di Riccardo Venturini, Cittadella ed. Assisi, (Pg.),
1998, e anche: Daisaku Ikeda, maestro di dialogo, di Prisca
Giaiero (edizioni lameridiana, Molfetta-Bari, 2008). Per la Collana
Educatori antichi e moderni, La Nuova Italia nel2000 ha pubblicato L’Educazione
creativa, di Tsunesaburo Makiguchi, il pedagogista e filosofo
fondatore – nel 1930 – della Soka Gakkai, ecc ecc.
“Se più persone si impegnassero instancabilmente nel dialogo”,
afferma il leader buddista giapponese Daisaku Ikeda, “di sicuro gli
inevitabili conflitti della condizione umana troverebbero più facilmente
una soluzione. Il pregiudizio cederebbe il terreno all’empatia e la
guerra lascerebbe il posto alla pace. Il vero dialogo sfocia nel
cambiamento degli opposti punti di vista, trasformandoli da solchi che
separano gli individui in ponti che li uniscono”.
Questo è ciò che fin da tempi di Shakyamuni (566 – 486 AC), come
buddisti quotidianamente coltiviamo. Questo è ciò che instancabilmente
continueremo a fare in ogni circostanza, sicuri di trovare davanti a noi
nuovi amici".