“Arte e Impresa”, il progetto che lega Fondaco a Rigoni di Asiago, aggiunge un tassello con l’inaugurazione del restauro dell’originale della statua del Todaro collocata sotto i portici del cortile dei Senatori in Palazzo Ducale. Qualità, rispetto dell'ambiente e amore per l'arte: questa la "ricetta" di Rigoni che ha deciso di riportare all'antico splendore il “Todaro”, personaggio che secondo alcuni studiosi sta a Venezia come la Lupa a Roma.
«Il restauro dell’originale della statua di San Teodoro, tra tutti quelli che abbiamo realizzato in dodici anni di attività, grazie alla sensibilità e alla fiducia di imprenditori illuminati, per il prestigio, si colloca senza dubbio ai vertici della classifica», dice Enrico Bressan presidente di Fondaco. «Il primo Santo protettore della Repubblica Serenissima. Un’opera d’arte chiamata a sorvegliare un’altra opera d’arte: Venezia. Una statua, un simbolo, un assemblaggio di materiali di differenti provenienze quasi un modo per evidenziare, qualora ce ne fosse stato bisogno, la grandezza e la forza della Repubblica Serenissima. Quasi settecento anni di storia, che trovano sintesi in un “puzzle” di indiscutibile bellezza. Questo è il Todaro che oggi ritorna giustamente e con grande vigore al suo antico splendore; un momento importante per tutti coloro che amano Venezia e per tutti coloro che sentono vivo l’orgoglio di appartenere a questa città universale cui il Mondo intero guarda con particolare attenzione, con grande rispetto e anche con un pizzico di invidia».
«Undici mesi durante i quali sono state fatte ricerche, analisi, approfondimenti, numerosi sopralluoghi con i funzionari e i tecnici della Soprintendenza, della Fondazione dei Musei Civici e i restauratori per confrontarsi e decidere come intervenire facendo attenzione alla fragilità della statua dovuta a tanti secoli di esposizione quand’era collocata sulla colonna in Piazzetta San Marco non dimenticando mai che questa è la statua originale», continua Bressan . «Undici mesi durante i quali grazie alla tecnologia, la webcam (e alla pazienza dei restauratori), abbiamo messo in connessione tutto il mondo, che ha potuto vedere la cura cui è stato sottoposto il Todaro; più di 150.000 contatti ovvero più di 150.000 persone che si sono collegate da ogni continente per “partecipare”, vedere e capire che cosa voglia dire valorizzare un’opera d’arte».
“Tutto questo grazie alla sensibilità di una famiglia di imprenditori e di un’azienda, la Rigoni di Asiago, che da oggi entrano di diritto a far parte della storia di Venezia; un’attenzione e un impegno che nascono dalla cultura e dall’orgoglio di appartenere ad un territorio», conclude Bressan.