Una seduta del Parlamento dei Bambini. In copertina: Reuben Mapatano, che ha frequentato la Mkaomoto Primary School ed è stato membro del Parlamento dei Bambini.
Amref è stata fondata proprio nella capitale del Kenya, Nairobi, nel 1957. Oggi promuove ogni anno 140 progetti di sviluppo sanitario in sei paesi, impiegando oltre 800 persone, di cui il 97% africane. Nell’Africa orientale è la principale Ong impegnata nel campo sanitario.
Il Kenya è per antonomasia il Paese del “mal d’Africa”: coste bellissime, tramonti e safari incantevoli per i ricchi. Scuola e salute rimangono invece due diritti negati per molti dei giovanissimi, in un Paese in cui il 43% degli abitanti ha meno di 15 anni. Dal 2003 l’istruzione primaria è diventata gratuita e obbligatoria. Molti bambini sono tornati a scuola, ma ciò non ha corrisposto a un investimento adeguato: strutture di fango, classi passate da 50 a 70 alunni, mancanza dei bagni. Con interventi mirati, Amref ha scelto di coinvolgere le scuole nella promozione della salute.
Giobbe Covatta durante la sua recente visita al progetto di Amref in Kenya orientale.
Il progetto “Parlamento dei Bambini” si colloca in questa direzione. Ne parliamo con Reuben Mapatano, che ha frequentato la Mkaomoto Primary School ed è stato membro del Parlamento dei Bambini. Nel 2013 ha terminato la scuola primaria con risultati ottimi, assicurandosi un posto in una delle migliori scuole pubbliche secondarie. A intervistarlo è il giovane studente di Malindi, Fredrick Majiwa.
- Quando e dove sei nato?
«Sono nato nel villaggio di Kijiwetanga, nel distretto di Malindi, nel 1997».
- Qual era la tua materia preferita a scuola?
«Scienze, anche agli esami sono andato molto bene in questa materia».
Giobbe Covatta partecipa a una riunione del Parlamento dei Bambini.
- Conosci bene le attività di Amref nella tua scuola?
«Sì, ho partecipato a tanti Club della Salute e al Parlamento dei bambini. Amref ha anche costruito i bagni e la biblioteca della nostra scuola. Queste attività sono davvero utili. Prima ero molto timido e insicuro, ma partecipando alle sessioni del Parlamento dei Bambini sono diventato più socievole, e ho imparato a parlare meglio in inglese, e in pubblico. E poi, all’inizio, in questa scuola c’era un solo bagno, non bastava per tutti gli alunni ed eravamo costretti ad andare dietro i cespugli intorno alla scuola. Ci ammalavamo. Adesso non più. Prima facevamo lezione sotto due alberi, ora gli alunni hanno tre classi vere».
- Quando partecipavi a quest’attività i tuoi risultati a scuola sono migliorati?
«Si, molto. Esserne parte mi ha incoraggiato, mi ha dato più sicurezza e più voglia di affrontare lo studio per andare bene a scuola».
- Raccontaci il tuo momento migliore e quello peggiore di quest’esperienza.
«Il momento peggiore fu quando dei compagni di classe si misero a ridere di me, perché all’inizio non sapevo bene come comportarmi. I migliori invece erano quando riuscivo a rispondere bene alle domande dei miei compagni e degli insegnanti».
Il comico e storico testimonial di Amref durante la sua visita in Kenya.
- Be’, allora potrai continuare quest’esperienza, partecipando alle assemblee nella tua nuova scuola.
«Si, ho già deciso di farlo».
- Come ha reagito la tua famiglia a tutte le attività che hai portato avanti a scuola?
«I miei genitori sono analfabeti e non comprendevano molto le mie attività. Ma erano felici perché mi vedevano andare a scuola e imparare. Ho insegnato anche ai miei fratelli come proteggere la nostra salute. Ho anche montato dei tippy taps (sistemi per il lavaggio delle mani, ndr) in modo che potessimo lavarci tutti le mani e pulire gli utensili che usa nostra madre per cucinare».
- Quale personalità del Kenya per te è un modello?
«Il Presidente. Anch’io vorrei servire il mio Paese un giorno».
- Cosa farai una volta terminata la scuola secondaria?
«Io vorrei andare all’università e poi formarmi per diventare operatore di un’organizzazione come Amref».