Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 23 marzo 2025
 
"Lotte" in famiglia
 

Quando un figlio dice: «Oggi non vengo a Messa»

25/03/2016  Il figlio adolescente rifiuta la Messa domenicale. Per la mamma è un dispiacere. Per il papà no. Il nostro psicoterapeuta consiglia come affrontare il problema e ricorda che la fede cristiana ha necessità della comunità. Oratorio, scout e sport possono facilitare la partecipazione dei bambini e dei ragazzi.

Siamo genitori separati, ma abbiamo un ottimo rapporto. Quando nostro •figlio Ivan di 13 anni passa il fi•ne settimana con il papà non va a Messa, mentre io ci vado regolarmente. Ultimamente Ivan non vuole più venirci con me. Mi dice che si annoia e che è tempo perso. La sera non dice più le preghiere, anche se mi garantisce che continua a dirle da solo. Io insisto ma è una lotta, e se l’ho vinta, riesce comunque a farmi arrivare in ritardo.

LORETTA

Cara Loretta, la messa in discussione di ciò che si è imparato da bambini è uno dei segnali più tipici dell’adolescenza. Ciò che andava bene fino a ieri, oggi è inaccettabile. Il rifiuto della pratica religiosa diventa così un modo per affrancarsi dall’infanzia e affermare la propria autonomia. È meglio però non farsi trascinare nella sfida e nella lotta per vincerla. Già la sola preoccupazione della mamma per Ivan segnala la sua attenzione e diviene testimonianza della sua fede, con cui il ragazzo dovrà fare i conti. Per il resto, non c’è una regola fissa di comportamento. Ognuno conosce il proprio figlio e capisce se è opportuno insistere, sapendo che, magari brontolando, il ragazzo seguirà le indicazioni dei genitori, oppure, ed è la maggioranza dei casi, l’irrigidimento della mamma o del papà genera solo una forza uguale e contraria, di opposizione e netto rifiuto.
Piuttosto, se abbiamo a cuore la frequenza domenicale alla Messa, facciamo in modo che il ragazzo si leghi affettivamente all’ambiente della parrocchia, magari frequentando l’oratorio o praticando sport in esso, o allo scoutismo cattolico. La compagnia può facilitare la permanenza in un contesto di fede e la circolazione di riflessioni di natura religiosa. Anche noi adulti, accanto alla partecipazione all’Eucaristia, possiamo di tanto in tanto proporre qualche pensiero o qualche esperienza legata alla fede. Spesso si prova imbarazzo a parlarne, perché è una dimensione intima e personale. Ma questo non significa che sia un’esperienza individuale. La fede cristiana ha necessità della condivisione con una comunità di persone come noi in cammino, come avviene alla Messa. E, in quanto fede, si fonda sul riconoscimento che è Dio che, anche attraverso il nostro agire ma non solo, opera nella vita di ciascuno. Possiamo allora confidare che Dio stesso troverà il modo di rendersi presente nella vita dei nostri ragazzi. Non dimentichiamoci che i nostri figli, come ogni altra creatura, appartengono in primo luogo a Lui, poi a sé stessi, e solo in terza battuta a noi.

                                                                                                                        FABRIZIO FANTONI

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
I vostri commenti
27

Stai visualizzando  dei 27 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo