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domenica 28 maggio 2023
 
alla vigilia del giubileo
 

Riccardi: una Costituente per Roma

13/10/2015  "Un uomo solo al comando", scrive il fondatore della Comunità Sant'Egidio a proposito delle dimissioni del sindaco Marino, "non ce la può fare. La città è a pezzi, occorre rifondarla facendo sistema"

Pubblichiamo l'editoriale dello storico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità Sant'Egidio, che apparirà sul prossimo numero di Famiglia Cristiana.

Quale futuro per Roma? E' una domanda che sta a cuore ai romani e agli italiani che sanno il peso della capitale sull'immagine del Paese. Sono contento dell'Expo di Milano, una bella immagine per l'Italia, ma -come romano- mi chiedo perché Roma sia in una così difficile condizione. I problemi sono tanti. La scoperta delle infiltrazioni mafiose non è cosa da poco, anzi dobbiamo misurarci di più con questa realtà. La vicenda delle dimissioni del sindaco Marino è traumatica. Non voglio però guardare indietro. Il problema è un futuro vivibile per Roma. Non è facile. Non si tratta solo della scelta del prossimo candidato sindaco. Un uomo solo non ce la fa. A Roma tanto si è liquefatto. Soprattutto i partiti e la politica. Lo stato di salute del PD non è buono. Quello delle istituzioni civiche basso. Nella periferia romana -non lo affermo per la prima volta- sono scomparse le reti sociali e politiche, che tenevano insieme i cittadini. Il funerale di Vittorio Casamonica, questa estate, ha mostrato una città senza autocontrollo, reti, resistenza. Nel vuoto, le mafie sono comunità attrattive e utili.

Non sono però pessimista. Roma ha ambienti e persone eccellenti. Gente di valore. Lavoratori onesti. E' una città dove la vita è ancora piuttosto sicura. Vige un po' troppo il "fai-da-te", perché i servizi sono carenti. Non mancano le difficoltà. Ma ci sono risorse umane, sociali, economiche. Non è una città perduta. E' invece una città che ha perduto il suo sistema di governo e la sua classe dirigente. Una città a pezzi: taluni ottimi, altri non male, altri in pessimo stato... tutti però sconnessi tra loro. Non si comunica, si lavora da soli, si è perso il senso del destino comune. Come può farcela un sindaco a governare e dare speranza?

E' la domanda. La risposta non sta solo nella scelta dei candidati. Bensì in una ricostruzione da fare. E' necessario connettere risorse e energie, ambienti e persone. Più volte ho parlato di una "Costituente" per Roma, che riunisca chi vuole in un dibattito su una visione ricostruttiva della città. Certo il momento non è facile. Dopo le dimissioni di Marino, si apre un periodo di commissariamento del Comune e si va verso le elezioni. Forse la campagna elettorale comincerà presto. E' il periodo giusto per una Costituente? Qualcosa di simile bisognerà fare. Capisco che a molti romani manchi oggi la "fantasia" - come si dice a Roma- per una simile azione. Ma deve rinascere la speranza di poter vivere insieme dignitosamente. E con essa, i luoghi dove ci si ritrova e si pensa al futuro. Ci vuole un nuovo incontro tra istituzioni politiche, società civile e gente. Altrimenti non si esce dal pantano in cui siamo. E Roma non merita questa situazione. Non la meritano i tanti che guardano alla storia e al messaggio di Roma: quelli che verranno per il Giubileo. Che sono una ricchezza per noi, mentre Roma è una ricchezza per loro.

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