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venerdì 22 settembre 2023
 
Meritrocrazia
 

Riforma scolastica: «C’era davvero bisogno del Ministero del Merito?»

24/11/2022  "Che senso ha avuto cambiare il nome dal Ministero della pubblica istruzione al Ministero del Merito? Mi chiedo cosa cambierà ora.." Risponde l'esperta.

Gentile Professoressa Spotorno, non le nascondo che sono rimasta colpita dalla nuova denominazione del Ministero della Pubblica Istruzione cambiata in Ministero dell’Istruzione e del Merito. Personalmente non ne capisco la ragione e che cosa possa mai cambiare nella sostanza delle cose quella parolina, se non ingenerare solo polemiche politiche di cui francamente non sentiamo più il bisogno. Mi piacerebbe al riguardo conoscere il suo punto di vista. LAURA

— Cara Laura, le parole sono importanti e vanno usate con attenzione. Non sempre siamo consapevoli di come una parola sbagliata, poco chiara, inopportuna possa cambiare una giornata o un’intera vita. Spesso non si sa cosa vogliono davvero “significare” le parole e che a volte possono indicare una cosa e il suo contrario, soprattutto se arrivano da lontano, dal greco o dal latino. Una di queste parole è merito!

Chissà, Laura, se ci hanno pensato quando accanto alla dicitura “Ministero dell’Istruzione” è stato aggiunto il complemento “del merito”! Chissà quali erano le intenzioni e il significato della parola merito. Intendevano forse il senso etimologico greco di ricevere la propria parte? Oppure il più recente significato latino di ricompensa, premio?

Nel primo caso riecheggiano nella mia mente le parole di don Milani, una scuola per tutti e per ciascuno, dove non esistono differenze e lo sguardo attento del docente e dell’intera istituzione cercano di andare incontro alle diverse inclinazioni e condizioni economiche di partenza degli studenti per farli diventare uomini e donne capaci di affrontare ognuno con i suoi talenti il mondo.

Nel secondo caso cambia tutto e ci si può vedere premi per chi magari è già bravo di suo e può contare su aiuti anche esterni alle mura scolastiche. Insomma, se non spiegato quel sostantivo può davvero creare confusione ma soprattutto riaprire conflitti ideologici che si speravano ormai da tempo superati. Un Ministero dovrebbe essere la casa che custodisce e gestisce gli interessi di tutti i cittadini. La salute, il lavoro, l’economia, la finanza, la scuola. Allora perché non chiamarlo “Ministero della Scuola” sgombrando il campo da qualsiasi polemica?

Sì, scuola come la casa di tutti gli studenti. Il nuovo ministro dell’Istruzione e del Merito, il professor Giuseppe Valditara, ha spiegato che nelle sue intenzioni nella parola merito stava la volontà di incidere ancora di più sulla «personalizzazione dei piani di studio, anche con una articolazione della funzione docente che consenta di coltivare le potenzialità di tutti, sostenendo chi è in difficoltà e alimentando le capacità dei più bravi». Obiettivo sicuramente condivisibile, ma che se non spiegato e soprattutto se non portato avanti con interventi concreti resterà nell’ambiguità di una sola parola: merito.

 
 
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