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mercoledì 11 settembre 2024
 
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Rifugiati, «Creiamo corridoi educativi nelle università europee»

31/01/2016  La proposta è stata avanzata dalla deputata italiana al Parlamento europeo Silvia Costa. Iniziativa accolta con favore a approvata dall’istituzione di Bruxelles. E che ha già trovato appoggio da tre università italiane.

«Quando vedo i miei bambini felici perché hanno nuovamente l’opportunità di andare a scuola, mi dimentico di tante frustrazioni e stanchezze. All'inizio avevo 15 alunni, in poco tempo sono diventati 50». Noor, il sorriso contagioso, avvolta nel suo coloratissimo fazzoletto, non è una maestra come le altre. Vive in un campo profughi nella Valle della Beka’a, Libano, dove è giunta mesi fa assieme a suo marito e tre figli, in fuga dall’inferno della Siria.

«I bambini qui non vanno a scuola e rischiano gradualmente di lasciarsi andare a violenze, trascuratezza, inedia». Degli oltre un milione di profughi registrati in Libano, la metà hanno meno di 18 anni ma il 66% non frequenta alcun tipo di scuola. Nei campi non esistono strutture educative, mentre le scuole libanesi sono un obiettivo difficile da raggiungere sia per la lontananza fisica, che per l’inaccessibilità economica e linguistica (i programmi sono in francese, ndr). La classe di Noor – come si osserva nel video girato da Oxfam ‒ è fatta di materiale povero, raccolto in una discarica, i quaderni sono ricavati dal cartone. Ma l’allegria e l’entusiasmo sono sempre presenti. 

La parlamentare europea Silvia Costa, Presidente della Commissione cultura e istruzione, promotrice dell'iniziativa.
La parlamentare europea Silvia Costa, Presidente della Commissione cultura e istruzione, promotrice dell'iniziativa.

Questa giovane donna siriana, è un simbolo. Rappresenta l’eroismo di tanti che senza mezzi e in situazioni di emergenza, continuano a credere nell’importanza dell’istruzione e improvvisano scuole in contesti emergenziali. Dei circa 60 milioni di rifugiati dislocati in tante zone del mondo, ben 10 sono bambini. A questi piccoli, si aggiungono  i tantissimi – circa un miliardo secondo l’Onu – che vivono in aree di conflitto o soggette a disastri naturali. Per tutti, la scuola, l’istruzione, il gioco, sono un lontano miraggio.

«È a loro che ci siamo rivolti», dichiara Silvia Costa, presidente della Commissione cultura e istruzione al Parlamento europeo,  «quando, assieme  a Linda McAvan (Presidente Commissione Sviluppo) abbiamo promosso la Risoluzione sull’Educazione per bambini in situazioni di emergenza o di crisi protratte.  Nonostante l'impegno di Unicef e tante Ong, tantissimi minori restano ancora lontani da scuola e istruzione».  

L’europarlamentare, a capo di una delegazione di politici italiani giunti a ottobre fino al confine ungherese per seguire di persona il passaggio di migliaia di profughi, pone da mesi all’attenzione della UE, una serie di misure che hanno come obbiettivo l’educazione dei bambini in aree di crisi.

Ha proposto all'Alto Rappresentante Federica  Mogherini e al Commissario all’Educazione Navracsics che venissero destinate più risorse alla scolarizzazione all'interno del fondo per l'emergenza umanitaria e che fossero accolti studenti rifugiati nelle Università europee. «Il Parlamento sta rispondendo alle nostre richieste: il 26 novembre scorso ha approvato sia la risoluzione sull’educazione nelle aree di emergenza (che prevede il doppio degli aiuti, con 29 milioni aggiuntivi nel 2016, da destinare a scolarizzazione, ndr) che l’istituzione dei Corridoi educativi nelle università europee, anche attraverso corsi a distanza, per gli studenti provenienti da Paesi in conflitto. L'accesso all'educazione e al sostegno psicologico, non può essere considerato secondario nell'accoglienza. Al contrario è uno strumento potente che sottrae i minori o i giovani a violenze, tratta, radicalizzazione».

A Bruxelles, l’alleanza McAvan-Costa, che punta all’“Educazione come chiave per superare le crisi umanitarie” ha fatto molti proseliti.  Da noi, tre università italiane si sono dichiarate disponibili insieme all'Istituto universitario europeo  di Firenze.

 
 
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