«L’emozione più forte è stata quando venerdì mattina abbiamo estratto vivo il primo superstite, un bambino. Dopo aver lavorato a lungo e con fatica, siamo riusciti ad afferrarlo, era felice di avercela fatta. Per noi è stato una gioia enorme, indescrivibile. È come se fosse venuto alla luce per la seconda volta». Sandro Pellissero del servizio Soccorso Piste del Nucleo SAF (Speleo Alpino Fluviale) di Torino è uno degli “angeli della neve” che da giovedì notte sta scavando a Rigopiano. È di poche parole, parla al telefono durante una breve pausa dei lavori di soccorso: «Sto tornando su all’hotel, è dura lavorare in condizioni così difficili ma ci proveremo fino alla fine per cercare di salvare più persone possibile. Ogni volta che tiriamo fuori una persona è un premio al nostro lavoro».
Il meteo non dà tregua: il cielo è cupo e minaccia neve. «Le quattro persone individuate venerdì sono estratte all’alba di sabato», continua Pellissero, «noi stiamo cercando di rimuovere la neve per fare fori sul tetto e attraverso questi entrare nei solai». C’è speranza di trovare altre persone vive: «Sì, speriamo che ci siano piccoli vuoti-rifugio. Fino alla fine c’è sempre speranza, noi continuiamo a scavare anche se c’è un pericolo valanghe di 4 su 5. Non è facile».
La speranza s'annida nelle voci che arrivano dal fondo. «Abbiamo altri segnali da sotto la neve e le macerie, stiamo verificando. Potrebbero essere persone vive, ma anche le strutture dell'albergo che si muovono sotto il peso della neve», ha detto il dirigente dei vigili del fuoco Alberto Maiolo al centro operativo di Penne (Pescara), in un aggiornamento sulle ricerche dei dispersi. «Vista la situazione, già avere estratto diverse persone vive è una grossa soddisfazione», ha aggiunto Maiolo. «Dobbiamo muoverci con molta cautela perché lo stato dei luoghi è pericoloso anche per noi».
Sono nove le persone salvate finora dall'hotel, un miracolo sotto la neve frutto del sudore e della fatica dei soccorritori. Cinque le vittime accertate. Il bilancio è in continua evoluzione.
Tra Soccorso alpino, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Carabinieri e Polizia, tutti presenti con squadre speciali, gli operatori impegnati nelle non facili ricerche sono oltre 500. Senza contare le unità specializzate del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata della Guardia di finanza che, grazie a sofisticate strumentazioni tecnico-investigative, sono in grado di localizzare i telefoni cellulari dei dispersi.