Parte con la liturgia penitenziale a san PIO V l’iniziativa quaresimale “24 ore per il Signore”. Il Papa confessa, nella parrocchia romana che ha sede in zona Aurelia. La chiesa, guidata da don Donato La Pera, è piena. Ascoltano il Papa che, dopo gli acciacchi dei giorni scorsi che lo avevano costretto a far leggere i discorsi ai suoi collaboratori, prende la parola. Aggiunge a braccio alcune considerazioni mentre spiega che la Quaresima serve per riprendere «la via nuova». Fa ripetere a tutti, più volte che «Dio non si stanca mai di perdonarci» mentre noi ci stanchiamo di chiedere perdono. «Il perdono divino ci rimette a nuovo, come appena battezzati, ci ripulisce dentro facendoci tornare alla condizione della rinascita battesimale», dice Francesco. Ricorda le parole di Paolo: «Possiamo camminare in una vita nuova», per dire che questa è «la vita che nasce dal Battesimo, il quale ci immerge nella morte e nella risurrezione di Gesù e ci fa per sempre figli di Dio, figli della risurrezione destinati alla vita eterna, orientati alle cose di lassù. È la vita che ci porta avanti nella nostra identità più vera, quella di essere figli amati del Padre, così che ogni tristezza e ostacolo, ogni fatica e tribolazione non possano prevalere su questa meravigliosa realtà che ci fonda».
Dobbiamo camminare anche quando perdiamo di vista «la vita santa che scorre dentro di noi: giorno dopo giorno, immersi in un ritmo ripetitivo, presi da mille cose, frastornati da tanti messaggi, cerchiamo ovunque soddisfazioni e novità, stimoli e sensazioni positive, ma dimentichiamo che c’è già una vita nuova che scorre dentro di noi e che, come brace sotto la cenere, attende di divampare e fare luce a tutto quanto».
Anzi, a volte sono le stesse tribolazioni che ci spingono a ricercare questa vita nuova rimasta sotto la cenere. Dobbiamo riscoprire il Padre che non è un padrone. Dio misericordioso al quale possiamo affidarci perché non c’è peccato che Dio non possa perdonare. «Il Signore perdona tutto». Fa ripetere ancora «Signore se tu vuoi puoi purificarmi». Tutti insieme e anche in silenzio. Anche se cadiamo possiamo riprendere il cammino grazie al perdono, «il perdono divino fa proprio questo: ci rimette a nuovo. Ci ripulisce dentro, facendoci tornare alla condizione della rinascita battesimale: fa scorrere di nuovo le fresche acque della grazia nel cuore, inaridito dalla tristezza e impolverato dai peccati; toglie la cenere dalla brace dell’anima, deterge quelle macchie interiori che ci impediscono di confidare in Dio, di abbracciare i fratelli, di amare noi stessi. Questo fa il perdono di Dio». Il peccato è sempre una sconfitta, «ma il Signore vince il peccato e ci restituisce una vita e una vista nuova». Dobbiamo riconoscere che Dio conosce il nostro cuore e ci guarisce. E così anche noi non dobbiamo giudicare gli altri, ma perdonare come Dio ci perdona. Dio «guarisce il cuore, solo Lui può liberarlo dal male. Perché ciò avvenga occorre portargli il nostro cuore aperto e contrito; imitare il lebbroso del Vangelo, che lo prega così: “Se vuoi, puoi purificarmi!”».
E nello stesso momento in cui siamo perdonati entriamo in contatto vero con lui. «Dio si fa conoscere perdonando», dice il Papa «IO conosco Dio studiando, la catechesi, ma non lo conosci solo con la mente, soltanto quando il cuore è pentito, lo mostri sporco». Il peccatore «scruta l’abisso del proprio peccato e scopre l’infinito della misericordia e questa è la ripartenza della vita nuova, cominciata dal battesimo che riparte dal perdono. Non rinunciamo al perdono di Dio, al sacramento della Riconciliazione: non è una pratica di devozione, ma il fondamento dell’esistenza cristiana; non è questione di saper dire bene i peccati, ma di riconoscerci peccatori e di buttarci tra le braccia dell’amore di Gesù crocifisso per essere liberati; e questo non è un gesto moralistico, ma la risurrezione del cuore. Il Signore risorto ci risuscita. Andiamo dunque a ricevere il perdono di Dio e noi, che lo amministriamo, sentiamoci dispensatori della gioia del Padre che ritrova il figlio smarrito». Il Papa sottolinea che «noi che facciamo da confessori sappiamo che “il perdono e la pace” che proclamiamo sono la carezza dello Spirito Santo sul cuore dei fedeli. Perdoniamo, cari fratelli sacerdoti, perdoniamo sempre come Dio che non si stanca di perdonare e concediamo sempre il perdono a chi lo domanda e aiutiamo chi prova timore ad accostarsi con fiducia al sacramento della guarigione e della gioia. Rimettiamo il perdono di Dio al centro della Chiesa!».
Infine, prima di prepararsi alla confessione Francesco invita tutti a rispondere ad alta voce: «Gesù, se vuoi, puoi purificarmi!». L’assemblea lo ripete mentre il Papa spiega che la purificazione è «dal pensare di non avere bisogno ogni giorno di te: Gesù, dal convivere pacificamente con le mie doppiezze, senza ricercare nel tuo perdono la via della libertà. Quando ai buoni propositi non seguono i fatti, quando rimando la preghiera e l’incontro con te. Quando scendo a patti col male, con la disonestà, con la falsità, quando giudico gli altri, li disprezzo e sparlo di loro, recriminando su tutti e tutto. E quando mi accontento di non fare del male, ma non compio del bene servendo nella Chiesa e nella società». Sì, conclude il Pontefice, «Gesù, se vuoi, puoi purificarmi! Sì, Gesù, credo che puoi purificarmi, credo che ho bisogno del tuo perdono. Rinnovami e tornerò a camminare in una vita nuova».