Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 11 ottobre 2024
 
 

"Rinaldo" incanta, diverte e piace

18/01/2019  Ultime due recite, al Teatro Fraschini di Pavia, del capolavoro di Händel andato in scena a cura di Opera Lombardia. Grande successo per la regia, l'esecuzione e gli interpreti.

Chi può non perda l’occasione di vedere lo spettacolo che stasera, venerdì 18 gennaio, e domenica 20 gennaio va in scena al Teatro Fraschini di Pavia. Si tratta del “Rinaldo”, opera in tre atti di George Frideric Händel su libretto di Giacomo Rossi tratto da “La Gerusalemme liberata” di Torquato Tasso. Quella di Pavia è l’ultima tappa di una tournée che ha portato “Rinaldo” sui palcoscenici dei teatri di Cremona, Brescia e Como. Meritevole iniziativa di Opera Lombardia, che raggruppa in un unico grande cartellone d’opera i cinque  teatri di tradizione della Lombardia: la Fondazione Donizetti di Bergamo, il Teatro Grande di Brescia, il Sociale di Como, il Ponchielli di Cremona e il Fraschini di Pavia.

L’opera, con la quale nel 1711 il ventiseienne Händel conquistò il pubblico di Londra è, già da sola, un capolavoro. Per le trovate spettacolari del libretto, per la bellezza delle arie (celeberrima la dolente “Lascia ch’io pianga”), per le notevoli pagine strumentali. Lo spettacolo che va in scena a Pavia è godibilissimo e vale il viaggio sotto tutti gli aspetti: regia, esecuzione musicale, interpreti. “Rinaldo”, spiega il regista Jacopo Spirei, “è un’opera inusuale, mescola realtà e fantasia in continuazione, mescola la magia con la realtà. Abbiamo deciso un percorso di realismo magico con una serie di contaminazioni dal mondo dell’arte contemporanea e dal cinema”. Il prode Rinaldo, incaricato della conquista di Gerusalemme, è un uomo qualunque che lavora in un piccolo ufficio. Per magia Rinaldo viene catapultato in una serie di eventi straordinari  e in luoghi fantastici, come un giardino curvato o un locale notturno luogo di perdizione e regno della maga Armida. Per gran parte dello spettacolo domina la scena un ragno colossale, dalle lunghe zampe, che nell’intento di Spirei “rappresenta i mille modi in cui si può essere imprigionati dalle situazioni della vita”.

Insomma, non ci si annoia e e non mancano i colpi di scena. Tutto funziona alla perfezione e la regia ha io pregio non trascurabile di rendere  comprensibile ogni momento della vicenda. Ottavio Dantone,  straordinario clavicembalista che da giovanissimo si fece le ossa al basso continuo dell’Orchestra dell’Angelicum di Milano, dirige stando alla tastiera i musicisti dell’Accademia Bizantina e assicura  ritmo ed effetti speciali anche nell’esecuzione musicale. Le sue qualità di interprete raffinato sono state apprezzate anche il 17 gennaio, al Teatro Argentina di Roma, dove Dantone ha eseguito con cinque solisti dell’Accademia Bizantina una versione originalissima e convincente di un monumento della storia della musica, “L’Arte della fuga” di Johann Sebastian Bach.

Da applaudire senza riserve tutti i cantanti di “Rinaldo”, virtuosi della voce perfettamente a loro agio con le arie scoppiettanti e impegnative del repertorio barocco e di Händel: Delphine Galou (Rinaldo), Francesca Aspromonte (Almirena) , Anna Maria Sarra (Armida), Raffaele Pe (Goffredo), Luigi  De Donato (Argante), Federico Benetti (Mago Cristiano).   

La voce del controtenore Raffaele Pe, in questo momento tra le più interessanti e apprezzate  del repertorio barocco, può essere ammirata anche  nel cd "GIulio Cesare. A baroque hero", edito da Glossa, in cui sono raccolte le arie per castrato del XVII secolo dedicate a Giulio Cesare. Accompagnato dall'ensemble La LIra di Orfeo, diretto da Luca Giardini, Pe si esibisce in arie di Händel, Piccinni, Giacomelli, Bianchi e Pollarolo.

 

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo