Questo è il consiglio che la Siaaic,
Società italiana di allergologia,
asma e immunologia
clinica dà a chi ha il sospetto
di soffrire di rinite allergica.
Sì, perché spesso i sintomi come starnuti
frequenti, congiuntiviti, naso chiuso,
che cola e che prude, vengono trascurati
e archiviati come banali raffreddori,
mentre possono invece essere i segnali
di un’infiammazione nasale dovuta ad
allergeni dispersi nell’aria come polveri,
pollini e muffe. Inoltre la rinite si associa
frequentemente all’asma bronchiale. In
primavera poi, si sa, le allergie alle graminacee
e alla parietaria si fanno sentire
in modo particolare.
«Le prime sono più diffuse nelle zone
interne mentre la parietaria è presente
in prevalenza sulle zone costiere italiane» spiega Giorgio Walter Canonica,
presidente della Siaac e direttore della
Clinica delle malattie dell’apparato respiratorio
e allergologia dell’Università
degli studi di Genova. «Ultimamente si
sta inoltre diffondendo la sensibilizzazione
alla betulla, sempre di più utilizzata
come pianta ornamentale. Fra gli
allergeni più comuni c’è anche l’ambrosia,
famigerata nella zona attorno all’aeroporto
di Malpensa, perché a differenza
degli altri pollini provoca una forte
reazione di tipo asmatico».
La rinite allergica è un problema che
riguarda una grossa fetta di italiani ed è
anche causa di assenze scolastiche e lavorative:
«Ne soffre il 25 per cento della
popolazione e le proiezioni per i prossimi
anni prevedono che entro il 2020
ne sarà colpito un adolescente su due.
Inoltre stiamo diagnosticando allergie e
asma anche in persone di 70 anni, cosa
che una volta non veniva rivelata perché
le cause scatenanti erano meno diffuse
rispetto a ora. Pure le persone asmatiche
sono in aumento. L’80-90 per cento
degli asmatici soffre anche di rinite e
circa la metà dei soggetti con rinite ha
anche delle manifestazioni di tipo bronchiale.
Capita che il paziente vada dal
medico lamentando di avere naso chiuso
e secrezioni abbondanti, senza che
il medico gli chieda se respira bene. In
questo modo molte patologie restano
nascoste».
Inoltre sempre più, finita la primavera,
gli allergici continuano ad avere la rinite.
Questo perché i cambiamenti climatici hanno un’influenza notevole:
«Uno studio durato 27 anni e pubblicato
da noi ha dimostrato che i mutamenti
delle temperature nella nostra Regione,
la Liguria, hanno portato alla pollinazione
della parietaria in 85 giorni in più rispetto
all’inizio dell’osservazione, costituendo
una causa scatenante molto più
protratta per i pazienti sensibili».
La familiarità è uno dei fattori di rischio
dell’insorgenza delle allergie, ma
non solo: «Il fumo passivo, persino nel
caso delle donne incinte, favorisce
lo sviluppo di queste patologie
nei bambini. Anche
l’inquinamento, agendo a livello
bronchiale, ha un effetto
negativo sullo sviluppo delle
allergie. E non parliamo solo
dell’inquinamento esterno. Negli ultimi
anni il nostro stile di vita è cambiato: viviamo
in case con infissi che ci fanno risparmiare
dal punto di vista energetico,
ma che limitano il ricambio d’aria favorendo
l’aumento di umidità e delle
temperature, fattori che contribuiscono ad esempio al proliferare degli
acari. Rispetto al passato si è diffusa
inoltre l’abitudine a tenere animali in casa
e questo è un altro elemento che favorisce
l’aumento delle allergie».
C’è poi un’altra nemica degli allergici:
l’eccessiva igiene. «È stato dimostrato
che una vita più “rurale” protegge molto
di più dalle allergie rispetto alla vita
cittadina. In campagna la maggior presenza
di tossine batteriche stimola il sistema
immunitario. Una volta convivevamo
con i parassiti, ora che essi non
ci sono più il nostro corpo usa proprio
quel sistema che ci proteggeva riconoscendo
in modo anomalo gli allergeni,
determinando così i sintomi dell’allergia.
In sostanza oggi viviamo in ambienti
più “puliti” rispetto al passato ma ne
paghiamo lo scotto».
Rinite e asma si possono curare, ma
purtroppo non guarire. «Soprattutto per
quanto riguarda l’asma è stato dimostrato
che i suoi sintomi possono scomparire,
ma anche a distanza di due decenni
riemergono. Questo ci insegna come
queste patologie debbano sempre essere
tenute sotto controllo. Le riniti allergiche
devono essere sempre indagate
in modo corretto e approfondito».
Quando ci si rende conto di avere tutti
o in parte i sintomi della rinite allergica,
ci si deve rivolgere a un allergologo.
Sarà lui a consigliare i test più affiabili
per capire se si è allergici e a quale componente.
Si possono effettuare i test cutanei
(prick test), i test diagnostici in vitro,
«e poi ci sono i test di diagnostica
molecolare», spiega il professor Canonica,
«che riescono a identificare le componenti
che possono essere comuni a
più allergeni; questo ci permette di andare
a focalizzare quella che è la vera
positività del soggetto, per individuare
una terapia specifica». Oltre ai test appena
descritti si consiglia di fare la rinoscopia,
lo striscio nasale e, nei soggetti
con deficit funzionale respiratorio anche
la spirometria. Una volta scoperti
gli allergeni ai quali si è sensibili le terapie
principali sono la somministrazione
di antistaminici e di cortisonici intranasali.
«Ora sul mercato c’è anche la combinazione
dello steroide con l’antistaminico in spray nasale, molto efficace. Per
quanto riguarda gli antistaminici, i trattamenti
con le molecole di nuovissima
generazione garantiscono efficacia e sicurezza
di gran lunga maggiori rispetto
al passato».
In modo erroneo si parla anche di
vaccinazione contro gli allergeni: «Si
tratta invece di immunoterapia allergene
specifica: può essere somministrata
per via sottocutanea o per via sublinguale,
attraverso delle gocce. Molto più recentemente
sono state rese disponibili
anche compresse che si sciolgono sotto
la lingua, riconosciute dall’Aifa, l’Agenzia
italiana del farmaco, in fascia A».
È una terapia che ha elevate probabilità
di efficacia, ma soprattutto la capacità
di modicare la storia naturale della
malattia. «Quando si sospende l’assunzione
di farmaci come gli antistaminici il
paziente torna alla situazione di partenza,
con questa terapia possiamo invece
modicare l’immunologia degli allergici,
con il risultato che dopo che viene
sospesa l’efficacia persiste. È importante,
infine, sapere che per la rinite allergica
sono assolutamente sconsigliati, anzi
potrebbero peggiorare la situazione,
rimedi naturali, anche per i bambini,
come l’uso di spray con la propoli (che
potrebbe contenere il polline responsabile).
Passare un periodo in montagna,
invece, può essere di sollievo per gli allergici
ad alcuni componenti specifici:
oltre i 1.200 metri gli acari non crescono.
Ma questa “soluzione”, purtroppo,
non vale per tutte le allergie».