Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
lunedì 17 marzo 2025
 
la più grande tragedia dei migranti
 

Riportato a galla il barcone dell'ecatombe. E la nostra coscienza europea?

30/06/2016  Dopo mesi di interventi è stato riportato alla superficie il peschereccio che si inabissò il 18 aprile del 2015. Perirono oltre settecento migranti, tra cui decine di bambini e duecento donne. La riemersione di questa enorme "bara", segnerà anche una riemersione della dignità e dell'impegno solidale delle nazioni europee di fronte al dramma dei migranti?

E’ stato recuperato  il barcone  con i corpi degli oltre settecento migranti affogati al largo della costa libica il 18 aprile del 2015 in seguito al capovolgimento dell’imbarcazione.  Il relitto è stato fatto riemergere  dai 375 metri di profondità, dopo un complesso intervento disposto dalla Marina Militare italiana.  Ad Augusta, ad accogliere le salme  è stato allestito un enorme obitorio  per le vittime di quella che è stata definita la più grande strage di migranti mai verificatasi in Mediterraneo. 

    Ci sono imbarcazioni e naufragi che hanno segnato simbolicamente momenti storici e che hanno metaforicamente raccontato “naufragi” epocali di ben altro genere. Lo  è stato nel  1912 il naufragio del Titanic, che oltre ad essere allora l’oggetto galleggiante più grande mai uscito da un cantiere navale, era  anche la nave-metafora della volontà di potenza dell’uomo sulla natura, colata miseramente a picco nelle fredde acque al largo di Terranova assieme ai suoi 1500 passeggeri.
  
   L’affondamento di quel vecchio peschereccio, strabordante di passeggeri, partito da Tripoli un anno fa e naufragato nel tentativo di abbordare un mercantile portoghese che voleva portare soccorso, ha segnato per sempre sul calendario della storia d’Europa un dies horribilis, una di quelle date che ricorderanno per sempre un’immane tragedia, ancor più straziante dell’ecatombe causata da quel naufragio:  quella enorme bara di ferro arrugginito non contiene “soltanto” i corpi di settecento naufraghi, tra cui  decine di bambini e oltre duecento donne, morti annegati come topi, peggio dei topi, ma riepiloga in se l’immane dramma dei migranti  in Mediterraneo, il “Mare Nostrum” diventato in quest’epoca il “Mare Monstrum”. Riassume in sé le tante tragedie dei viaggi della disperazione  che hanno inghiottito in 15 anni, secondo le stime di Oim e Save the Children, oltre ventimila migranti, 3200 nel solo 2015.

Settecento figli dell’Africa senza speranza, che cercavano un riscatto nella “terra promessa” d’Europa, affogati nelle nere onde del Mediterraneo. Settecento  “nuovi” europei, mai arrivati in porto.  In quel funesto 18 aprile di un anno fa  con quel barcone si inabissò l’anima dell’Europa tutta, quella solidale,  che i padri costituenti dell’Unione europea avevano immaginato, quella terra accogliente e prospera che apriva le porte a chiunque ne chiedesse asilo.  E’ colata a picco la dignità, l’immagine di un Continente che per secoli ha insegnato e praticato valori nobili e ha scritto i diritti fondamentali dell’uomo. 

   Oggi va data anzitutto degna sepoltura a questi figli perduti.  Ma sarebbe un’occasione sprecata se la riemersione  del peschereccio dagli abissi del Mediterraneo,  non diventasse metafora di un'altra emersione: quella di una rinnovata coscienza europea, capace di mettere da parte egoismi e  basse demagogie politiche, di scrollarsi di dosso la sindrome dell’invasione,  per pensare insieme a costruire nuovi approdi. Per non dover più riesumare  corpi  da cimiteri marini e fare la conta delle vite perdute.  L’ultimo aggiornamento è di oggi: dieci donne annegate nel Canale di Sicilia a 20 chilometri dalle coste libiche.

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
I vostri commenti
33

Stai visualizzando  dei 33 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo