«La resistenza oggi si chiama nonviolenza, la liberazione oggi si chiama disarmo». Comincia così l'appello che il movimento pacifista e per il disarmo lancia in occasione del prossimo 25 aprile. Appuntamento all'Arena di Verona, dalle 10 alle 16, per «una iniziativa nonviolenta nazionale: un grande raduno, di tutte le persone, le associazioni, i movimenti della pace, della solidarietà, del volontariato, dell’impegno civile, che faccia appello non solo ai politici ma innanzitutto a noi stessi, chiedendo a chi vi parteciperà di assumersi la responsabilità di essere parte del cambiamento che vogliamo vedere nel mondo».
L'appello è pubblicato sul sito arenapacedisarmo.org e sono già numerose le adesioni di singoli e associazioni. Primi firmatari: Alex Zanotelli, don Luigi Ciotti, Susanna Camusso, Carlin Petrini, i presidenti di Arci e Acli. «Le enormi spese impiegate per mantenere la difesa armata del nostro Paese, oltre 25 miliardi di euro», recita il testo, «sono sottratte direttamente ai diritti essenziali della nostra vita – il diritto al lavoro, alla casa e all'istruzione, le protezioni sociali e sanitarie, l'ambiente, l'aria, l'acqua, la legalità e la partecipazione, la convivenza civile e la pace – dunque le armi anche se non utilizzate stanno già uccidendo e togliendo il futuro alle nuove generazioni».
«Riprendiamoci l'Arena», dice padre Alex Zanotelli, che ricorda il primo raduno del 1986 e quelli successivi (due nel 1991). L'ultimo è stato nel 2003, per la campagna delle bandiere di pace da esporre ai balconi. «C'è bisogno di rilanciare il movimento per la pace», aggiunge Zanotelli, «e mi vergogno di essere cristiano quando il ministro cattolico della difesa, Mario Mauro, dice che bisogna “armare la pace”».
Per Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento, il raduno di Verona sarà l'occasione per riportare la questione del disarmo al centro dell'agenda della politica: «Oggi i nemici della Patria, che la Costituzione ci chiede di difendere, sono la disoccupazione, la povertà, la carenza di servizi sociali, la sofferenza del sistema sanitario e scolastico», ha sottolineato l’esponente pacifista.
Per Francesco Vignarca, portavoce della Rete Italiana Disarmo, l'appuntamento del 25 aprile servirà anche per rilanciare la campagna per la difesa civile 2014. «Vogliamo riappropriarci della parola “difesa”», ha detto, «perché non ci piace vederla associata solo a quella militare».