Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
martedì 08 ottobre 2024
 
 

Ripubblicato il "De Europa" , viaggio nei continente del Rinascimento

16/05/2024  L'affascinante trattato di Enea Silvio Piccolomini, poi Papa Pio II, stampato da IF Press, presentato a Roma dal Cardinale Gianfranco Ravasi e da Giuliano Amato presso l'Ambasciata dell'Ordine di Malta presso la Santa Sede.

Riflettere sul passato e sul futuro dell’Europa alla ricerca di una sua rinnovata identità politica e culturale a fronte di uno scenario globale complesso ed in continuo mutamento. Questo l’intento che ha spinto l’Ambasciata del S.M. Ordine di Malta presso la Santa Sede a pubblicare una nuova edizione del “De Europa” di Enea Silvio Piccolomini (1405-1464), divenuto Papa nel 1458 con il nome di Pio II.

Edita dalla casa editrice  IF Press e curato da Don Manlio Sodi, Presidente Emerito della Pontificia Accademia di Teologia, e da Antonio Zanardi Landi, Ambasciatore del S.M. Ordine di Malta presso la Santa Sede, la pubblicazione è stata presentata a Roma, a Casa Litta-Palazzo Orsini, dal cardinale Gianfranco Ravasi e da Giuliano Amato, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, oltre che dal Gran Cancelliere del SM Ordine di Malta, Riccardo Paternò di Montecupo, alla presenza del Gran Maestro dell’Ordine, Frà John T. Dunlap.

Tradotto per la prima volta in italiano quindici anni fa per iniziativa dell’Ambasciatore Zanardi Landi e dell’allora Monsignor Ravasi, il “De Europa” (scritto fra il 1458 e il 1461), stampato in poche centinaia di copie presto esaurite,  venne al tempo concepito come dono del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Benedetto XVI. Entrambi erano accomunati dal profondo interesse per l’Europa. “Come non collegare anche la prospettiva europea di Enea Silvio, la sua conoscenza profonda della geografia e della storia del continente di cui per tanti anni era stato attivo protagonista , con lo spirito,  l’attenzione e la cura  che l’attuale Pontefice pone nel sottolineare l’esigenza di una definizione precisa e aggiornata dell’identità di questo nostro continente?”, scriveva allora Napolitano.

“L’idea di ripubblicare il ‘De Europa’ viene dalla passione erudita di Don Manlio Sodi, grande studioso dell’ opera di Pio II, ma anche dal fatto che il Cardinal Ravasi lo menzionò nella sua orazione in parlamento in occasione della scomparsa del presidente Napolitano, come momento alto nei rapporti suoi con il capo dello stato e di questi con Sua Santità Benedetto XVI. Ulteriore incoraggiamento ci è venuto dai gesti di grande amicizia di Papa Francesco nei confronti del recentemente scomparso Presidente.  Gesti che ci hanno indotto a riflettere sulla bella e molto positiva collaborazione tra i pontefici e i capi dello stato italiano negli ultimi decenni anche sui temi inerenti al futuro delle società dei paesi dell’Unione e alla missione dell’Europa nel mondo”, ha affermato l’Ambasciatore Zanardi Landi. La nuova edizione del volume, tradotto da Francesca Mancino, con prefazione del Gran Maestro dell’Ordine di Malta Frà John T. Dunlap e postfazione del cardinale Angelo Amato, aspira ad offrire uno spunto di riflessione e di approfondimento in un momento di grandi tensioni ed incognite sulle prospettive dell’Europa.

Il testo è un viaggio nell’Europa del XV secolo, con brillanti e acute descrizioni di popoli, luoghi e vicende storiche. Un viaggio che parte dall’Ungheria e si conclude nel Regno di Napoli. “L’opera”, spiega il cardinal Ravasi, “rivela in filigrana il volto del suo autore, appassionato cultore di politica e di diplomazia”. Sono impressionanti, anche per la vivacità e crudezza delle descrizioni, le pagine dedicate alla caduta di Costantinopoli, conquistata dai musulmani. “Si deve marcare”, nota Ravasi, “l’aspetto simbolico impressionante che ebbe per la cristianità d’Occidente la caduta di Costantinopoli, la ‘nuova Roma’, un’emozione che vibra dal vivo in queste pagine”.  Come ha sottolineato Giuliano Amato, oggi nei rapporti fra cristiani e musulmani prevale invece lo spirito della Dichiarazione di Abu Dhabi del 2019 sulla Fratellanza umana, firmata da papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb.

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo