Aveva 16 anni, Lamberto Lucaccioni. Una serata in discoteca, al famoso Cocoricò di Riccione. Il colpo di testa con due amici: l'acquisto di tre grammi di mdma, per provare lo sballo dell'ecstasy. Per Lamberto è stato fatale: il ragazzo è morto in ospedale, poco dopo l'arrivo dei genitori. Una tragedia che riporta sotto i riflettori l'inferno delle droghe sintetiche. Ne abbiamo parlato con il capitano Fabiana Di Rosa, ufficiale addetto alla sezione di chimica del Ris (Reparto investigazioni scientifiche) di Roma.
Capitano Di Rosa, come si è evoluto il mondo delle droghe sintetiche?
Il panorama attuale è fortemente cambiato. Prima ci si riferiva alla classica ecstasy, che comunque raggruppa numerose molecole. Oggi sul mercato italiano ed europeo ci sono numerose droghe sintetiche, o meglio classi di droghe. Il numero è molto ampio: basti pensare che 456 nuove molecole sono state individuate dal marzo 2009 al marzo 2015 sul mercato europeo. Di queste, 101 sono state individuate nel 2014. Ma si tratta di un mondo in continua evoluzione, il numero è sempre in aumento. Molte di queste molecole, poi, arrivano in modo legale, perché non sono inserite nelle tabelle di legge.
E i rischi di queste sostanze aumentano.
Sì, sono sempre maggiori: oltre al livello di pericolosità della singola molecola c'è una difficoltà dei laboratori delle forze dell'ordine e non solo nell'individuarle, perché non ne conosciamo origine, provenienza e tipologia. La difficoltà, poi, sta anche nell'intervento di primo soccorso nei confronti dei soggetti intossicati, perché molti arrivano in ospedale dicendo di aver assunto una pasticca di ecstasy, ma non siamo sicuri che si tratti effettivamente di questo. Per quanto ne sanno, possono aver assunto qualsiasi cosa, così si interviene in un certo modo pensando all'ecstasy, ma magari si tratta di altro.
Come arrivano e come vengono smerciate le nuove molecole?
L'approvvigionamento avviene principalmente attraverso il canale aperto di Internet, spesso con pochi soldi, accesso semplice, confezioni accattivanti. Questi siti hanno spesso residenza in altri Paesi europei dove certe sostanze sono legali, ad esempio un sito con sede in Olanda permette l'acquisto di molecole che in Italia sono illegali ma che nei Paesi Bassi sono consentite. Si cercano sempre nuove molecole da sintetizzare e immettere sul mercato per sviare i controlli: molte delle molecole individuate sono state inserite nelle tabelle di legge e sottoposte a controllo. Una volta che una sostanza viene controllata diventa più difficile smerciarla. Così si cerca una nuova molecola e così via. Purtroppo il divario temporale fra l'immissione della nuova sostanza sul mercato e la sua individuazione consente, nel lasso di tempo che intercorre, la sua diffusione. In Italia, comunque, abbiamo fatto grandi passi avanti: siamo riusciti a ridurre il tempo necessario all'inserimento delle sostanze nelle tabelle di legge anche a sei-sette mesi. Tuttavia il procedimento è lungo: una volta che una nuova molecola viene individuata, bisogna verificare la sua diffusione, studiarne la tossicità, fino alla proposta al ministero della Salute per il suo inserimento nelle tabelle di legge con l'atto finale del decreto ministeriale. Quanto alle sostanze già individuate, non è detto che tutte siano inserite nelle tabelle di legge; sono però tutte segnalate al nostro sistema di allerta rapido, istituito presso l'Asl di Verona: un network di oltre 170 centri collaborativi di cui fanno parte forze dell'ordine, istituti di tossicologia, centri ospedalieri e varie istituzioni.
I danni sull'organismo?
Sono i più svariati, dipendono dalla quantità, dal soggetto, dalle poliassunzioni, dall'associazione con l'alcol. Da parte dei giovani c'è bassa percezione del rischio. Ma non solo da parte dei giovani, i consumatori sono anche tanti adulti, professionisti. E' un fenomeno che attraversa tutte le età e le classi sociali.