Una legge che rischia di aprire la porta ad ogni abuso e di giustificare legalmente eventuali omicidi. Una parola troppo forte? Eutanasia significa “dare la morte”. Non esiste eutanasia passiva. O è eutanasia o non lo è. Legalizzare, come fa il Belgio, l’eutanasia dei bambini affetti da malattie inguaribili, a qualsiasi età, anche con condizioni rigorosamente definite, indica riconoscere il diritto di uccidere un bambino.
Per l’Oms, l’accesso alle cure palliative è un «diritto umano» ma osserva che su 10 persone che necessitano di cure palliative, solo 1 le riceve effettivamente. Nel mondo, «ogni anno, 20 milioni di pazienti in fase terminale, hanno bisogno di cure palliative e tra essi il 6 per cento sono bambini». Chi difende la legge per l’eutanasia ai bambini dice «I bambini devono avere capacità di discernimento ed essere lucidi al momento della decisione ». Argomento totalmente assurdo. Come può un bambino esercitare una propria «capacità di discernimento» e avere «lucidità al momento della decisione»? Nella mia attività professionale e di volontariato, ho conosciuto alcuni bambini vicini alla morte. Dimostrano di avere un rapporto naturale con la fine della vita, non di richiederla. I bambini accettano, sembrano comunicare con un'Altra Dimensione. Spesso sono loro ad aiutare i propri cari a lasciarli andare, ma questo non ha niente a che vedere con una pseudo «capacità di discernimento» che servirebbe solo ad “alleggerire” la coscienza delle autorità amministrative da ogni scrupolo.
Quando il senatore Philippe Mahou, promotore della legge, afferma che essa rispetta il bene dei bambini «giovani pazienti per i quali non c'è più niente da fare» dimostra che non possiede alcuna conoscenza di quello che sono le cure palliative. Prendersi cura sempre, quello è il moto dell’approccio palliativista. È la differenza tra il to cure e il to care. Il caring oggi illustra tutte le misure messe in atto per prendersi cura della persona, qualsiasi sia la sua età, nella sua dimensione fisica, emozionale, intellettuale, relazionale, spirituale. Leggi come quella appena approvata in Belgio, sono inutili e pericolose per tutti. Chiediamoci qual è la competenza dei senatori e deputati che l’hanno votato. Cosa sanno di cure palliative? Sono mai stati in un hospice dove sono curati malati in fase terminale? Cosa sanno del dolore e della sofferenza psicologica del malato, dei suoi cari, dei curanti? Hanno mai riflettuto sulla loro morte? Sono consapevoli delle difficoltà quotidiane dovute alla mancanza di personale qualificato e di volontari di accompagnamento correttamente preparati? E’ più facile banalizzare i problemi eliminandoli sotto la vergognosa coperta di una legge, che affrontare i veri quesiti. Le statistiche dicono che quando le cure palliative e l’accompagnamento alla fine della vita sono correttamente applicati, la domanda di morte diminuisce.
In Belgio, cominciano a protestare. Un sito Internet è stato attivato, Eutanasia stop! http://www.euthanasiestop.be/. Non si tratta di lanciare dei sondaggi senza senso per sapere se una società è pro o contro l’eutanasia. Si tratta di riflettere, di informare, di confrontarsi con umiltà intellettuale e tanto amore, atteggiamento che mi sembra assente in chi ha votato questa legge in Belgio.
Amanda Castello Formatrice in cure palliative, accompagnamento e lutto, fondatrice dell’Associazione Paulo Parra per la Ricerca sulla Terminalità onlus, (http://www.artcurepalliative.com/), scrittrice, autrice del libro “A spasso con Padì lungo il ciclo della vita” per parlare della vita e della morte ai bambini. (amanda.castello2010@gmail.com)