“Chi dice sì, chi dice no”: è il titolo di un’opera scritta da Bertold Brecht e musicata da Kurt Weill. Ma è anche un tormentone che affligge i musicisti e gli appassionati: sì alla musica classica, no alla leggera, sì a tutte e due, e così via. Spesso sono la voglia di comparire sui giornali e l’assenza di preparazione a generare tormentoni come quello sollevato da Giovanni Allevi in questi giorni.
Chiariamoci i dubbi con Giampaolo Testoni, un compositore “classico”, figlio di un paroliere e musicista dilettante (quindi di musica “leggera”) e nipote del commediografo Alfredo. Il suo sito www.giampaolotestoni.com (così come il suo canale YouTube) ci danno uno spaccato della sua produzione in tutti gli ambiti: “Partiamo subito da un tabù”, ci dice, “troppi musicisti classici disprezzano la musica pop a priori. E viceversa. Ma è solo una questione di capire che esistono i generi”.
La qualità dunque vale per tutti i generi?: “Certo, i Beatles hanno raggiunto la perfezione nella forma della canzone; un cantante rock come Franz Zappa ha scritto musica da studiare in conservatorio. Elton John è uno straordinario autore di melodie, ma anche un maestro dell’armonia. Beethoven è Beethoven”. Si tratta dunque di imparare ad amarli e conoscerli.
Ma quando si parla del grande ritmo della musica leggera cosa si intende? “E’ una espressione senza senso. La musica è essenzialmente ritmo. Perché il ritmo è il tempo della musica. Non esiste musica senza il ritmo, semmai può esistere la musica di solo ritmo”. Ed allora cosa crea la differenza fra i generi? “Non si deve confondere il suono degli strumenti a percussione con il ritmo. La musica pop, ma anche il jazz, sono caratterizzati dalla presenza costante delle percussioni che battono il ritmo. Un ritmo costante. Nella musica classica le percussioni sono strumenti fra gli altri e non ci sono pulsazioni. Ed il ritmo cambia continuamente. Il ritmo della musica classica, ma preferisco definirla d’arte, è infinitamente più variato e ricco di quello della musica pop. Ma un ragazzo che è abituato a sentire le percussioni deve abituarsi ad una musica più complessa. Altrimenti ha l’impressione iniziale di annoiarsi. Inoltre la canzone dura tre minuti, ed è scritta per essere ricordata. E’ un linguaggio più semplice. Non si può memorizzare una sinfonia che dura un’ora e nella quale il compositore sviluppa in modo complesso le idee”.
Ci sono strette relazioni fra musica classica e popolare?: “Basta pensare alla musica italiana. Canzone ed opera lirica fanno della ricchezza melodica del nostro Dna un elemento essenziale. Chi, come me, ha incarnato la musica definita Neoromantica voleva dire solo questo: facciamo riferimento alle nostre tradizioni. Come un tedesco o uno svedese fanno riferimento alle loro, che sono diverse”.