Le proteste di piazza in Venezuela (Reuters)..
Dall'Ucraina al Venezuela. Da una parte e dall'altra i cittadini scendono in piazza per manifestare con forza contro i loro Governi. Due rivolte quasi in contemporanea, in due luoghi differenti del mondo. Motivi diversi alla base, certo. Tensioni sociali e politiche distinte, non equiparabili. Eppure, nell'era dell'economia globalizzata, le rivoluzioni finiscono per assomigliarsi.
La gente si riversa per le strade gridando slogan e innalzando manifesti perché esasperata da Governi ritenuti autoritari, che limitano i diritti e le libertà dei cittadini senza risolvere i profondi problemi economici, le disuguaglienze sociali e la precarietà.
Complice Internet, la Rete, la comunità virtuale fluttuante e sconfinata, la circolazione libera delle informazioni e delle immagini, allora, il grido degli ucraini di piazza Maidan, a Kiev, diventa il grido degli studenti per le strade di Caracas. Nord Africa, Medio Oriente, Europa dell'est, America latina. Tunisi, Il Cairo, Damasco e Aleppo, Istanbul, poi Kiev. Ci si chiama da un lato all'altro della Terra. E, dove si può, dove i tempi sono maturi, dove le condizioni lo permettono, non si lascia più scampo ai regimi repressivi, ai Governi che pensano di operare con il pugno di ferro. Così come la Rete, anche le rivoluzioni di popolo, in qualunque continente, hanno abbattuto confini e barriere.