Un Roberto Mancini a tutto tondo è quello che si è raccontato a Pierluigi Diaco, nella prima puntata del nuovo programma “Ti sento”, andata in onda ieri, martedì 19 gennaio, in seconda serata su Rai2.
L'allenatore ha parlato del suo rapporto con la fede ed in particolare con Medjugorje.“Tu credi nelle apparizioni della Madonna?” ha chiesto Diaco. “Io credo. Si io ci credo”, “Sono andato diverse volte, ho parlato con Vicka, con gli altri veggenti…”.
“Mi aveva parlato di Medjugorje tanti anni fa il nostro parroco di Genova, della Samp", ha continuato Mancini. "Lui andava negli anni quando era impossibile quasi andare, quindi stiamo parlando degli anni ’80, ’82-’83, era quando c’era problemi… Io non l’avevo mai vista, cioè non l’avevo mai conosciuta… eppure prima di andare mi è apparsa in sogno, non ho proprio la minima idea… Non lo so, è stata una cosa veramente stranissima. Poi sono andato e gliel’ho anche detto. Ci siamo parlati diverse volte… Io capisco che ci possano essere persone che non credono in questo, io credo che il pensiero vada rispettato… La mia è una posizione diversa. Sono per la libertà di pensiero assoluta… La fede mi ha aiutato nei momenti un po’ più difficili della mia vita. Mi aiuta anche adesso… Quando vado a messa passo un’ora migliore probabilmente delle altre"
Mancini ha inoltre ricordato la sua maestra delle elementari: “Si chiamava Anna Maria Bevilacqua. Io ero un po’ vivace quando ero piccolo e quindi a scuola qualche volta creavo qualche problema, durante le lezioni… Ero poco attento o magari non studiavo molto. (La maestra ndr) parlò con mia mamma e mio papà: "La mattina prima di venire in classe, anziché il latte, dategli la camomilla…" e quindi per un po’ mi diedero la camomilla la mattina… Questa maestra mi voleva veramente bene, era molto affezionata”.
Alla domanda “Che cos’è che ti commuove?”. Mancini ha risposto “Mi commuovono i bambini o pensare che un bambino possa perdere i genitori da piccolo. Questa è una cosa che mi commuove molto perché penso che non sia giusto. Penso che non sia giusto che un bambino non possa crescere con i propri genitori”.