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mercoledì 19 marzo 2025
 
 

Rom: Sarkozy sfida l'Europa

20/08/2010  L'espulsione dei rom viola la legge europea. Pesanti critiche dal Vaticano. Mentre a Lourdes si apre il tradizionale pellegrinaggio degli zingari alla grotta di Massabielle.

Il presidente francese Nicolas Sarkozy non poteva espellere i nomadi romeni dal territorio francese. E adesso Parigi rischia il processo e una condanna europea esattamente come accadde per l’Austria ai tempi del governo xenofobo di Heider. La direttiva comunitaria sulla libera circolazione dei cittadini Ue ( i rom lo sono) è molto chiara e consente l’espulsione di un europeo da un Paese membro dell’Unione solo se la persona è una “una minaccia seria per lo Stato”. La valutazione deve essere fatta “caso per caso”. Invece Sarkozy ne ha imbarcati 78 su un volo per Bucarest, avanguardia di circa 800 rom che il governo di destra francese ha deciso di rimandare a casa. Sarkozy non è nuovo a decisioni del genere. Quando era ministro dell’interno aveva chiesto all’Unione una deroga per approvare una legge che prevede per i rom in Francia un permesso di soggiorno di soli tre mesi. Ed era già stato criticato. Ora rischia una condanna di Bruxelles.

La Santa Sede, attraverso il suo “ministro dell’immigrazione” monsignor Agostino Marchetto ha censurato pesantemente l’operato di Parigi: “Non si possono prendere decisioni contro intere comunità, violando quanto stabilito dalla stessa legislazione europea”. Marchetto fa notare anche che la legge francese prevede che i comuni superiori a 5 mila abitanti devono costruire campi per i rom: “Con la decisione di ieri Sarkozy ci dice che le municipalità francesi sono indampienti”. Altrettanto severo il commento della Comunità di sant’Egidio. Paolo Ciani, responsabile dell’ufficio per i rom, osserva che in questo modo il presidente francese “in una difficile situazione politica ha trovato un capro espiatorio” e ripete anche lui che “gli sgomberi sono vietati da Bruxelles”. Don Virginio Colmegna, responsabile della Casa della carità di Milano, è “preoccupato” e rileva che la Francia con il rimpatrio “sposta altrove un problema che invece andrebbe affrontato a livello europeo”. Parigi si difende sostenendo che si tratta di “rimpatri volontari”. Ma nessuno ci crede, così come è altrettanto chiaro che la maggior parte dei nomadi tornerà in Francia, secondo la rivista francese “Etudes tsiganes”.

 Intanto a Lourdes è cominciato il pellegrinaggio degli zingari, in un clima teso, per via dei pregiudizi suscitati dalla decisione del governo. Ma il padre Daniel Elzière, assistente nazionale dei gitani, ha deplorato l’atteggiamento della gente dei Pirenei: “La Chiesa deve spazzare via pregiudizi e luoghi comuni. La fede degli zingari è pari a quella degli altri”.

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