In inglese, la parola coniata per loro ha un suono tenero: altar boys (e girls). Di norma sono chiamati chierichetti. Il termine corretto che li definisce è ministranti. Sono quei bambini o quei giovani che servono Messa e comunque assistono i sacerdoti durante le celebrazioni. Dal 30 luglio al 3 agosto ne sono attesi oltre 60 mila a Roma. La capitale, infatti, è mèta del pellegrinaggio organizzato dalla Coetus internationalis ministrantium, un'associazione internazionale fondata nel 1960 che unisce i responsabili diocesani e le persone interessate alla pastorale dei ministranti (lìattuale presidente è monsignor Laszlo Nemet, vescovo di Zrenjanin, in Serbia.
Risultano iscritte delegazioni in rappresentanza di 18 Paesi: Antigua e Barbuda (America centrale caraibica), Belgio, Germania, Francia, Gran Bretagna, Croazia, Lussemburgo, Austria, Portogallo, Romania, Russia, Svizzera, Serbia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Ucraina, Ungheria e Stati Uniti. Il gruppo più numeroso (50 mila chierichetti) arriva dalla Germania accompagnato dal Presidente della Commissione per i giovani della Conferenza episcopale tedesca, monsignor Stefan Oster, salesiano, vescovo della diocesi di Passau, e da numerosi membri della Conferenza episcopale.
Il motto dell'evento ripropone il versetto 15 del Salmo 34: "Cerca la pace e perseguila". E' il salmo del povero che esprime la sua gioia e gratitudine per avere sperimentato l’aiuto del Signore in modo tanto prodigioso quanto insperato. Giunto al tempio per offrire il sacrificio di ringraziamento, non vuole essere solo perchè la gioia richiede la condivisione. Allora chiama a raccolta altri poveri; tutti i poveri della terra. Con lo stesso spirito, i ragazzi e i giovani adulti che vi partecipano, intendono esprimere il loro comune e futuro impegno al servizio di Gesù Cristo.