Rossella Fiamingo tira di scherma da quando aveva sette anni. Non è un caso, quindi, che adesso sia alle Olimpiadi di Rio a giocarsi ottime chance di andare a medaglie. Nonostante sia solo del 1991, qualche “soddisfazione” se l’è già tolta: è la prima spadista italiana a vincere due mondiali nella spada femminile individuale.
Il suo talento la sta rendendo famosa nel mondo, la sua bellezza anche. «Il segreto è la scherma», confessa subito la ragazza, nata a Catania. «Innanzitutto, a differenza di altri sport, non impone precisi standard fisici. Nel nuoto devi avere una certa struttura di partenza o non ha senso neanche provarci». Nella scherma, invece, c’è spazio per atlete molto diverse tra loro: quelle alte, che hanno più facilità a tenere la misura, e quelle più minute, come la Fiamingo, che puntano tutto sull’agilità e sulla capacità di infilarsi negli spazi. «Da noi si lavora molto sulle gambe e un bel po’ sulle spalle, ma senza le esagerazioni dell’atletica, del tennis e del nuoto. Chi fa scherma, insomma, ha un bel corpo, è in forma ma non ha una massa imponente». Il confronto cade subito sulla Pellegrini che i media stanno molto “usando” come simbolo della femminilità. «Sono d’accordo, per me Federica è molto femminile. È vero che ha una schiena sviluppata e i capelli corti, ma il suo viso è dolcissimo».
Avere un lavoro capace di tenerti in ottime condizioni fisiche è un lusso. «Un po’ sì, le mie amiche invidiano i miei allenamenti e mi chiedono consigli, ma la verità è che non è tutto rose e fiori». Cioè? «Rispetto alle mie coetanee, sono perennemente ricoperta di lividi per via dei colpi di spada che ricevo tanto che, quando non ero famosa, in molti mi chiedevano se a casa mi picchiassero». Una seccatura ovviabile: «Sulle gambe ci metto sopra il fondotinta, o i cerotti d’estate per evitare che resti la macchia, e continuo a indossare le minigonne come se nulla fosse perché mi piace vestirmi da ragazza quando non sono in tuta». Ma ci sono anche controindicazioni più serie, «come gli infortuni alla schiena e alle ginocchia. Le atlete più grandi d’età si rompono il menisco o rischiano di operarsi alle mani come i tennisti». Brutte esperienze che ancora non riguardano la campionessa siciliana. «In realtà due infortuni seri li ho già avuti. Nel 2014, mentre ero in squadra ai Mondiali in gara a combattere per il bronzo, ho sentito un forte dolore alle fascette articolari della schiena ma ho continuato a tirare lo stesso». Da allora questo acciacco si ripropone spesso «tanto che rischio qualcosa sulle gambe perché, quando fa male, ho una postura sbagliata».
Resta il fatto che per un atleta cadere vuol dire anche e soprattutto rialzarsi. «Un mese prima di vincere m’ero strappata l’adduttore, che è ancora lesionato. Mi sono dovuta allenare da ferma, senza affondi, ma poi i Mondiali li ho portati a casa».
Chissà quante medicine dovrà prendere una ragazza con una vita così intensa. «Vero, ma è una cosa che non mi piace fare, tanto che mi riduco sempre all’ultimo momento. Sono un po’ cagionevole e ogni volta che arriva l’inverno mi ammalo. Giro raffreddata da novembre a marzo, ma non riesco mai a curarmi bene perché, appunto, prendo le medicine troppo tardi».
Per fortuna a tenere Rossella in salute ci pensa una vita sana dove lo sport è predominante. «Non è solo lavoro per me. Mi fa stare bene. Quando non mi alleno, non mi riposo ma vado in spiaggia con la musica nelle orecchie e inizio a correre anche per dieci chilometri». Un’attività antica e semplicissima.
Non è tanto diversa la Fiamingo quando si siede a tavola, «perché ci tengo a sottolineare che io mi siedo servita e riverita da mia mamma o anche da mio padre, che due volte alla settimana cucina per me. Amo moltissimo i miei genitori». Il piatto che chiede sempre dopo le gare è una pasta al pomodoro e i due suoi preferiti in generale sono gli spaghetti con le vongole e la pasta alla norma. «Mangio anche molto pesce che dalle mie parti è buonissimo». E la carne? «Non sono vegetariana e me la godo quando sono in giro per il mondo, cosa che capita sempre più spesso. In Brasile, per esempio, ho scoperto la Picanha, che è un taglio di carne tenerissimo, e ogni volta che sono là, la prendo».
Nonostante pesi appena 56 chili e non segua nessuna dieta, Rossella Fiamingo si controlla ogni tre mesi dalla dietista per monitorare la massa magra. «Così imparo a regolarmi senza arrivare a fare diete». La materia la appassiona così tanto che la sta anche studiando all’università. Ci sarà nella sua agenda anche del tempo per se stessa? «Certo, me lo ritaglio in modo naturale. Sono un tipo riflessivo e, anche se voglio molto bene ai miei amici che sono gli stessi da sempre, sto meglio da sola. Ne ho proprio bisogno». Lo dimostra la casetta che ha comprato nei pressi di Santa Tecla, vicino ad Acireale, che non è certo al centro della movida. «Però sono a venti minuti dai miei genitori così, se ho nostalgia, li posso vedere».
La consolazione per la giovane donna non arriva solo dalla famiglia: «Da otto mesi sono innamorata di Andrea che ha contribuito a darmi equilibrio e benessere». Un amore pulito e bello che all’inizio, però, ha dovuto marciare a fari spenti «perché ci siamo incontrati a pochi mesi dalle gare e non volevo che mi accusassero di essere distratta in caso di sconfitta». Rossella invece ha vinto, anche la felicità.
«Parlando di felicità mi viene in mente papa Francesco, che è un gioioso. È questa la sua rivoluzione più grande che attira noi giovani. Su di lui ho un rammarico: lo dovevo conoscere un giorno in cui incontrava tutti i medagliati, ma l’allenatore preferì non farmi perdere gli allenamenti». Peccato, ma non mancherà occasione. Magari per festeggiare una bella vittoria di Rossella Fiamingo a Rio 2016. Di strada da fare ne ha molta una ragazza così giovane.