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domenica 08 settembre 2024
 
 

Montecitorio: eran 300, giovani e ...

06/04/2011  Solita Giustizia che non funziona, nemmeno per Silvio Berlusconi. E in Parlamento si ripete lo spettacolo avvilente dei deputati che credono a Ruby "egiziana".

Tanto per cominciare, un doppio flop. Previsto, ma non per questo privo di aspetti grotteschi. Prima il flop processuale. Tutto rinviato: Berlusconi verrà processato forse a maggio, forse dopo l’estate. O forse mai. Poi il flop mediatico: i cento e più giornalisti, i cento e più operatori tv rimettono i taccuini in tasca e le telecamere nelle costudie. Firme illustri meditano sui fascinosi articoli che avrebbero potuto scrivere, se appena fosse successo qualcosa. Quelli della tTv invece non meditano su niente. Sapevano in anticipo che le riprese in aula erano proibite. Chissà perché si sono scomodati.       

    Fossimo inglesi potremmo citare il gatto del Cheshire, quell’inquietante animale che scompare lasciando nell’aria l’ombra di un sorriso. Ma noi non viviamo nel Pese delle Meraviglie, e comunque non c’è nulla da ridere. Certo, però, nella legge italiana e soprattutto nelle sue procedure, una quota di grottesco esiste. Ma come. La Procura basa tutta la propria azione sul rito immediato, e tanto per andare di fretta riempie con le sue accuse qualche migliaio di pagine. Poi tutti trovano naturale che si rinvii di colpo alle calende greche.

     Ovvio che i giuristi ci spiegheranno il perché e il percome. Ma per noi ignoranti è la solita Giustizia che non funziona. Non c’è quindi da divertirsi ma, semmai, da imbufalirsi. Se dopo tanti solenni annunci si comincia col perdere mesi, addirittura per questioni che riguardano il primo ministro, figuriamoci gli anni e decenni che serviranno (già servono, anzi) per il cittadino comune.     

     Ancora in tema di grottesco. Di nuovo, a Montecitorio, trecento e passa deputati si sono detti convinti che Ruby potesse turbare le relazioni fra Italia e Egitto. Immaginiamoci la scena in trecento e passa case. Il deputato rientra e qualcuno a pranzo gli chiederà se davvero creda alle favole. Oppure, ciò che è peggio, tutti zitti in famiglia guardando il piatto.

     Diciamolo: fra le tante cose che ci affliggono, questa è forse la più avvilente. Sul palcoscenico di Montecitorio abbiamo parlamentari di lungo corso, rotti a tutte le astuzie, neo-eletti che stanno imparando, onorati professionisti che conoscono il loro mestiere, legali che sanno di legge, imprenditori che guidano con successo le loro aziende, tutti onestuomini costretti a recitare il ruolo delle tre scimmiette. Che non vedono, non sentono; e, se parlano, è solo per dire di sì..      

     Chi infine ha tempo e voglia, vada a leggersi sui giornali le previsioni del tempo, non meteorologico ma giudiziario. Per questo e quel motivo, dalle pensose valutazioni della Corte Costituzionale a tutta un’altra serie di remore, pare che qualcosa di nuovo potrà succedere fra un anno, o giù di lì. Poi il Parlamento dirà se gli sta bene o no. I trecento e passa di Montecitorio sanno già adesso come votare.

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