Estate calda e tormentata per Ryanair, la compagnia irlandese che divide con Easyjet il mercato italiano dei voli low cost. Prima una guerra con il sindacato dei piloti, e altri conflitti con i propri dipendenti nel Paese d’origine e in altre parti d’Europa, con disagi non da poco per i viaggiatori. E con scelte commerciali sempre più restrittive e “al ribasso” per chi s’imbarca.
Già dall’inizio dell’anno volare con Ryanair era diventato meno conveniente: infatti, secondo le nuove regole introdotte dal vettore irlandese, dal 15 gennaio 2018 si poteva (e si può ancora, per adesso) portare in cabina solo un bagaglio a mano. Se un passeggero si presenta al gate con due bagagli, il più grande dei due (solitamente un trolley o una borsa da viaggio voluminosa) viene trasportato in stiva senza costi aggiuntivi. L’altro, quello più piccolo (di solito uno zaino o una borsetta), può invece essere portato a bordo e va sistemato sotto il sedile.
Ora un’altra decisione, penalizzante per i clienti, che potrebbe sconvolgere le nostre abitudini di volo. Dal 1° novembre, infatti, cambia di nuovo la politica commerciale di Ryanair sui bagagli: il trolley si paga sempre. Non sarà più possibile viaggiare con un trolley di dimensioni ridotte gratuitamente, neanche imbarcandolo in stiva com’è invece oggi, ma si dovrà comunque pagare.
In buona sostanza le soluzioni saranno due: pagando il biglietto con il supplemento priority da 6 euro si potranno portare a bordo una borsa o uno zaino e il trolley; senza la priorità invece si potranno portare con sé solo borse e zaini e si dovrà comunque pagare l'imbarco del secondo bagaglio, anche se di dimensioni e peso ridotti (massimo 10 chili). Se il trolley verrà registrato al momento dell'acquisto del biglietto il costo sarà di 8 euro, successivamente sarà di 10 euro. Oggi si pagano 25 euro per imbarcare valigie di massimo 20 chili.
Ryanair fa filtrare la sua spiegazione: l'obiettivo è convincere i passeggeri a spedire il bagaglio per ridurre il più possibile i tempi d’imbarco ed evitare ritardi nella partenza dei voli. Secondo quanto afferma la compagnia, il 60% dei viaggiatori non sarà interessato dai cambiamenti.
Ma le associazione dei consumatori non ci stanno. In particolare l’Unione Nazionale Consumatori denuncia: «Di male in peggio! Siamo pronti a un nuovo esposto se questa ennesima gabella non sarà indicata in modo chiaro sul sito di Ryanair, altrimenti denunceremo la compagnia irlandese per l'ingannevolezza della pratica commerciale», afferma il presidente Massimiliano Dona.
Questa associazione di consumatori, infatti, ha già denunciato all'Antitrust pochi giorni fa Ryanair, la quale dal 13 giugno ha ristretto, da 4 a 2 giorni, i termini per poter effettuare il check-in on line gratuito, senza che scatti la penale di 55 euro. La sovrattassa, secondo l'Unione Consumatori, non è indicata in modo trasparente. Il costo della penale non è indicato né nei “Termini e Condizioni” né nel “Regolamento Ryanair su argomenti specifici”, né nelle “Domande Frequenti”, bensì è scritto in corrispondenza della voce “Tassa Check-In”, che si trova nella “Tabella Supplementi Facoltativi”.
Per l'associazione è evidente che non si tratta di un supplemento facoltativo, dato che «non è una somma pagata per fruire di un servizio migliorativo rispetto a quello base o, comunque, di una spesa che il consumatore può decidere liberamente se acquistare o meno, come avviene per servizi extra». Da qui la segnalazione all'Antitrust affinché accerti se la pratica commerciale di Ryanair è scorretta e presenta eventuali profili di ingannevolezza ai sensi degli articoli 20 e seguenti del Codice del Consumo.
Ai clienti e viaggiatori, ovviamente, la scelta di agire, e reagire, indipendentemente dagli esposti all’Antitrust. Ricordiamo che c’è ancora la libertà di scegliere un’altra compagnia low cost invece di Ryanair. E, inoltre, è opportuno valutare con attenzione se gli extra costi applicati dalle compagnie a basso prezzo, i quali via via appesantiscono un conto che sembrava tutto subito conveniente, non finiscano per rendere parimenti competitive le tariffe delle compagnie tradizionali.