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martedì 22 aprile 2025
 
Tra verità e memoria storica
 

Salò volta pagina: revocata la cittadinanza onoraria a Mussolini dopo un secolo

02/03/2025  Con una storica votazione, Salò, comune nel bresciano epicentro della Repubblica Sociale Italiana, ha annullato l'onorificenza a Mussolini, riaffermando i valori democratici del presente

Il 26 febbraio scorso, il Consiglio comunale di Salò ha revocato la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, concessa nel 1924. La mozione, presentata dal consigliere Tiberio Evoli, è stata approvata con 12 voti favorevoli dalla maggioranza di centrosinistra, mentre tre consiglieri hanno votato contro e uno si è astenuto, tutti appartenenti a liste civiche, una delle quali vicina a Fratelli d’Italia. 

Il sindaco di Salò, Francesco Cagnini, 29 anni, ha dichiarato che la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini è un passaggio che non merita ulteriori parole, sottolineando l'importanza di riaffermare i principi costituzionali e democratici.  La decisione ha suscitato reazioni contrastanti. Il gruppo di estrema destra "Difendi Brescia" ha definito l'atto puramente ideologico e inutile, affermando che nessun provvedimento locale potrà mai cancellare i seicento giorni della Repubblica Sociale Italiana, che resta un fatto storico indelebile. 

La cittadinanza onoraria era stata conferita a Mussolini nel maggio del 1924 dal commissario prefettizio Salvatore Punzo, in un periodo in cui il Consiglio comunale era stato sciolto l'anno precedente.  La revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini da parte di Salò rappresenta un atto simbolico significativo, considerando il ruolo storico della città durante la Repubblica Sociale Italiana.

La Repubblica Sociale Italiana (RSI), conosciuta anche come Repubblica di Salò, fu uno stato fantoccio istituito da Benito Mussolini nel settembre 1943, dopo la sua liberazione da parte dei tedeschi. La RSI esercitò una sovranità limitata sull'Italia settentrionale e centrale, dipendendo in gran parte dalle truppe tedesche per mantenere il controllo. La nascita della RSI avvenne in un contesto di profonda crisi per il fascismo italiano. Dopo lo sbarco degli Alleati in Sicilia nel luglio 1943 e il conseguente arresto di Mussolini il 25 luglio, il regime fascista crollò. Tuttavia, la Germania nazista intervenne rapidamente, occupando l'Italia settentrionale e liberando Mussolini il 12 settembre 1943. Pochi giorni dopo, il 18 settembre, Mussolini annunciò la costituzione di uno Stato nazionale e sociale, che prese ufficialmente il nome di Repubblica Sociale Italiana il 23 settembre 1943. 

La RSI stabilì la sua capitale de facto a Salò, una piccola città sul Lago di Garda, dove Mussolini e il Ministero degli Affari Esteri avevano la loro sede. Nonostante le aspirazioni di sovranità, la RSI era fortemente dipendente dalla Germania nazista, che esercitava un controllo significativo sulle sue operazioni militari e politiche.  Durante i 600 giorni della sua esistenza, la RSI fu caratterizzata da una violenta repressione interna e da una feroce lotta contro i partigiani italiani. Le forze fasciste repubblicane, insieme alle truppe tedesche, si resero responsabili di numerose atrocità contro civili e resistenti. La RSI crollò definitivamente nell'aprile 1945, con l'avanzata delle forze alleate e l'insurrezione partigiana che portò alla liberazione del nord Italia.

La revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini da parte di Salò rappresenta un passo simbolico verso una riaffermazione dei valori democratici e costituzionali dell'Italia contemporanea.

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