Li hanno salvati a partire dall'imbrunire di lunedì 2 agosto. Le operazioni di salvataggio sono proseguite per tutta la notte. A Lampedusa sono arrivate sei imbarcazioni con a bordo 424 migranti: Capitaneria di porto e Guardia di finanza prima hanno rintracciato, su diverse scafi, in acque maltesi, 178 bengalesi. A seguire le motovedette della Capitaneria hanno recuperato altri 246 migranti di varie nazionalità. Tutti i migranti sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove, al momento, già ci sono più di 1.200 persone a fronte di una capienza massima di 250.
«Siamo ancora in tempo per salvare vite umane». Forte e chiaro è stato l’appello dell’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice che si era rivolto alle autorità italiane, maltesi e europee: «la nostra umanità è ancora in tempo. Il nostro compito come cristiani è ancora in tempo. Oltre 400 vite nel cuore del Mediterraneo aspettano la nostra decisione, aspettano di essere salvate», aveva detto monsignor Lorefice in una nota.
Intanto s'è appreso che un bambino di 8 anni in condizioni mediche critiche è stato trasferito ieri sera da #SeaWatch3 insieme con la sua famiglia su un elicottero delle autorità maltesi. A bordo della nostra nave, ha riferito in un Tweet l’ong, «ci sono ora 257 persone stremate che hanno bisogno al più presto di un porto sicuro».
Monsingor Lorefice aveva chiesto un intervento immediato affinché intervenissero nel salvataggio di diverse imbarcazioni, con oltre 400 migranti a bordo, per le quali il rischio di naufragio nella zona SAR di Malta era stato lanciato molte ore prima. «Quante volte in questi anni», aveva sottolineato monsignor Lorefice, «abbiamo condiviso lo sgomento dell’impotenza, dato dallo sgomento dell’indifferenza dinanzi al destino disperato di centinaia, oramai migliaia di fratelli e sorelle che hanno perso la vita mentre tentavano di guadagnare niente di più che la loro stessa dignità, che il loro stesso diritto ad esistere! Oggi non è ancora troppo tardi!».
L’arcivescovo di Palermo aveva fatto appello a tutti coloro che hanno «il potere di assumere una decisione sul destino di queste 400 persone affinché lo facciano subito e non costringano l’Europa a piangerle tra poche ore come vittime di questa barbarie. Non decidere in questa direzione significa ammettere che l’omissione di soccorso fa parte a tutti gli effetti della strategia che i nostri Governi stanno adottando per gestire il tema delle migrazioni, continuando a rendere plausibile lo straziante genocidio a cui molti ancora si rifiutano di assistere, voltando lo sguardo dall’altra parte».
«Da esseri umani prima ancora che da cristiani – aveva concluso Lorefice – non possiamo non condividere l’impossibilità di tacere dinanzi al perpetuarsi di questo male, non possiamo non continuare a ricordare l’urgenza di agire contro tutto ciò che avviene attorno e nel cuore del Mediterraneo, in nome di diritti umani internazionali, della Costituzione italiana e del Vangelo».
Secondo recenti dati forniti dall’Unhcr aggiornati al primo agosto, nel 2021 si stima che nel Mediterraneo i morti e i dispersi siano 1016 in tutto: uomini, donne e bambini migranti che cercavano di raggiungere l’Europa.