Per organizzare le vacanze invernali dei preadolescenti, il don dell’oratorio ha convocato noi genitori. Voleva raccontarci il programma con cui li avrebbe intrattenuti, le regole a cui avrebbero dovuto adeguarsi, le aspettative nei confronti di noi famiglie. In questa vacanza ci è stato chiesto di non chiamare giornalmente i nostri figli anche perché l’auspicio del don era quello di fargli vivere un’esperienza di detox dalle tecnologie.
Approfittando del fatto che avrebbero trascorso sette giorni in montagna in mezzo ad una natura incontaminata, ci è stato chiesto di farli partire senza tecnologie al seguito, per godere al massimo della relazione reciproca, del rapporto con la natura e per trasformare il tempo via da casa in un’esperienza di autonomia e socializzazione come da tempo non vivono più. Per questo ai genitori è stato detto che avrebbero potuto parlare con i figli non più di due volte nel corso della settimana, in un orario prestabilito, chiamando tre numeri dedicati a questo. Apriti cielo! Si è scatenato il finimondo.
Ci sono stati genitori che hanno definito questa prescrizione un vero sopruso, altri che hanno detto che avrebbero comunque fatto partire i loro figli con lo smartphone al seguito perché non era giusto privarli della possibilità di relazionarsi col mondo esterno. Altri ancora hanno ammesso che sarebbe stata una buona idea farli partire senza smartphone, ma temevano
Risposta di Alberto Pellai
– Cara Cecilia, anche a me capita spesso di lavorare con famiglie i cui figli sono fragili perché fragile è la capacità dei loro adulti di riferimento a comprendere che cosa serve a chi cresce per allenarsi alla vita.
Condivido appieno la proposta che vi ha fatto il don e trovo davvero fuori luogo la bagarre che i genitori hanno scatenato. Se affidiamo i nostri figli a un’agenzia educativa, dovremmo accoglierne le richieste, altrimenti si genera il caos. Non ho cambiato una parola della tua mail, perché per me rappresenta il manifesto di come stiamo diventando genitori fragili e confusi, incapaci di comprendere che l’allenamento alla vita non sta dentro a uno schermo.
Di fragilità e del rischio evolutivo che corrono i nostri figli, parla molto bene L. Mendolicchio in Fragili. I nostri figli, genitori traditi (Solferino ed.), una lettura che ci mostra come la crescita sia a rischio in un contesto che non genera la giusta cornice all’interno della quale sostenere un cammino di maturità.