Più della “vittoria mutilata” del Pd in Emilia e in Calabria, come l'hanno definita (“mutilata” per l’alta percentuale "bulgara" di astenuti, in pratica il primo partito) è interessante vedere come sono cambiati i rapporti di forza nel Centrodestra alle ultime regionali. In Emilia, storica “terra di confine” del Carroccio, la Lega ha addirittura “doppiato” Forza Italia, mentre Beppe Grillo ha perso rispetto alle europee, con il 13 per cento. Il vincitore di queste elezioni è Matteo Salvini, il Le Pen italiano che ha saputo individuare i problemi delle periferie portando avanti una campagn a mediatica martellante e che ora contende lo scettro della destra a Silvio Berlusconi.
I rapporti di forza erano già stati analizzati dai sondaggi, ma ora c’è è la consacrazione delle urne. Naturalmente nel gioco ha contato molto l’astensionismo (“è stato il nostro generale inverno”, ha commentato il candidato leghista Alan Fabbri), ma il risultato è netto e certamente avrà ricadute sul piano nazionale. La prima è l’implosione di Forza Italia, col solito Raffaele Fitto che chiede un azzeramento di tutte le cariche di potere al Cavaliere. Berlusconi si preparava a una "discesa in campo" dopo la fine dell'affidamento ai servizi sociali, in febbraio, ma ora ha seri guai, se vuole riconquistare la leadership. La seconda conseguenza dovrebbe produrre un’accelerazione da parte della Lega di Salvini in chiave lepeniana nazionale. Messo da parte l’armamentario padano federalista e vetero-leghista, Salvini potrebbe partire alla conquista dell’Italia con i temi che contraddistinguono la sua politica populista: il no alla presunta invasione, le guerre dei poveri in periferia, il no all’euro, le paure e le insicurezze indotte dalla globalizzazione. Una campagna martellante che ha conquistato perfino l'anima della Romagna Raul Casadei.
Una politica che tende verso destra (la cosa non è così scontata se pensiamo al Carroccio di Bossi che si alleò con D'Alema dopo il ribaltone del 1993), come conferma l'ammiccamento ai circoli di Casa Pound alla grande manifestazione milanese del 18 ottobre. Questo ammiccamento a destra, insieme con la vocazione maggioritaria del nuovo sistema previsto dall'Italicum potrebbe portare a una fusione con Fratelli d'Italia di Meloni e la Russa, così lontani, così vicini. Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega, in fondo si tratta di "membra sparte" di quell'asse del Nord che ha governato prima di MOnti e che potrebbero riunificarsi, complice l'astensionismo, sotto un altro leader.