Eccoci qui a commentare l’ennesima sparata di Matteo Salvini, mister 15 per cento, il leader della Lega Nord in salsa lepeniana (con un’innaffiata di nero Casapound) che alle prossime elezioni punta a guidare il Centrodestra che fu del Cavalier Silvio Berlusconi. L’argomento è quello dei rom, di cui oggi si celebra la giornata, anche per non dimenticare il loro genocidio nei campi di sterminio nazisti insieme a ebrei, prigionieri politici, omosessuali, prigionieri di guerra russi, partigiani, intellettuali e oppositori di regime dell’epoca. La location è quella di Mattino 5, di cui Salvini, autentico nomade degli studi televisivi, è ospite. Gli chiedono cosa farebbe lui al posto di Alfano e Renzi. La risposta è pronta: “Con un preavviso di sei mesi, raderei al suolo i campi rom”. Poi va un po’ più nel dettaglio: “Do un preavviso di sfratto di sei mesi e preannuncio la ruspa.
Nel frattempo i Rom, come tutti gli altri cittadini, si organizzano: comprano o affittano casa”. Più tardi confermerà quanto detto sui campo rom anche L’aria che tira, su La7: «Radere al suolo i campi rom? I rom hanno il diritto e il dovere di vivere come gli altri e di mandare i figli a scuola, ma il campo in quanto tale è al di fuori della legge, col dovuto preavviso gli do la possibilità di vivere come gli altri, ma i campi rom non dovrebbero esistere”. E ancora: “Integrazione solo per chi si vuole integrare e non per chi vuole campare alle spalle degli altri. Non esistono i campi rom in altri posti d’Europa, i rom hanno gli stessi diritti e doveri degli altri, come pagare l’Imu», aggiunge. E poi, conclude: “a mio parere i campi rom sono un modello di segregazione, sfruttamento e isolamento”. Tralasciamo la brutalità della dichiarazione, di quel verbo, “radere al suolo” che evoca tragedie della storia, come i sequestri e le deportazioni di massa, e andiamo a vedere cosa succedeva quando a Milano, al governo c’era la Lega, con Salvini consigliere comunale. I campi rom venivano sgomberati, con un po’ meno preavviso, e quei poveretti cominciavano a vagare come formiche per la metropoli con i loro stracci e i loro carrelli del supermercato, andando a dormire sotto i ponti e sotto i cavalcavia. Quei pochi bambini che grazie anche al lavoro delle parrocchie, dei volontari del Naga, di madri coraggio come le mamme di via Rubattino e via Feltre, andavano a scuola, ritornavano in strada e predevano tutto: i loro compagni, i libri, gli zainetti, il diritto all'istruzione sancito dalla convenzione dei diritti dei bambini. C’erano anche padri di famiglia che avevano trovato un lavoro e si vedevano costretti a rinunciarvi per le difficoltà di una vita randagia.
Questo è il modello leghista di soluzione del “problema abitativo dei rom”: il nulla. Nessuna risposta seria, nessuna soluzione abitativa a problemi complessi, nessuna decisione che possa risolvere una questione delicata che deve avere sempre come sfondo la dimensione umanitaria,a cominciare dai bambini. I campi ghetto romani, che hanno arricchito Mafia Capitale, vanno chiusi, ma dopo aver trovato soluzioni migliori dei campi ghetto. Immaginatevi quel che succederebbe a Roma se un'umanità di settemuila rom vagasse senza meta per le strade della Capitale. Senza dimenticare che i campi rom nel Milanese li avevano inventati loro, da decenni al Governo della Regione Lombardia insieme con Forza Italia. Il resto sono chiacchiere buone per qualche punto in più di percentuale. E’ questo il Centrodestra che ci aspetta?