Matteo Salvini sulla copertina di Oggi.
Il Salvini desnudo ha ottenuto lo scopo non c’è che dire: non si parla d’altro. Ma vien da chiedersi che Paese sia, quello in cui un leader, per ambire a governarlo, abbia bisogno di esibire oltre alle idee – che si possono discutere e avversare ma che in democrazia si ha diritto di manifestare – il petto villoso.
Ci diciamo da anni, che nella democrazia dell’opinione pubblica disinformata – un po’ per colpa sua, perché informarsi seriamente è faticoso; un po’ per colpa del potere e dell’informazione, su cui soprattutto in Tv hanno pesato i conflitti di interesse – funziona, in termini di consenso, la politica di pancia, dove tutto si riduce a uno slogan facilone, che semplifica il reale fino a renderne inaccessibile la complessità. Una politica in cui esiste solo quello che si può dire in 140 caratteri o in dieci secondi di Tv e pazienza se ridotto così anche un concetto serio rischia di diventare una sciocchezza sesquipedale.
Funziona lo slogan, funziona l’immagine, tutto il resto è noia: non arriva al grande pubblico. Non è un fatto di cravatte verdi sia chiaro, vale anche per quelle rosse, per quelle azzurre, per quelle a pois e pure per le regimental, se un giorno pure l’algido Monti ha avuto bisogno di esibirsi in pubblico con un cagnolino in braccio e solo se il cagnolino avesse potuto parlare avremmo saputo chi dei due fosse più a disagio. Ma il consenso, costruito su queste basi, da solo, non ci porterà fuori dal guado in cui versiamo. Gli ultimi vent’anni dovrebbero avercelo dimostrato.
Sarà pur vero che per sentirci vicina la politica abbiamo bisogno di capirla, ma questo non significa che la politica debba abbassarsi non si dice a parlare come mangiamo noi ma addirittura a mostrarci che indossa la nostra stessa biancheria. Non è solo questione di rispetto dei ruoli e dei luoghi, che pure un significato lo ha. È che ci serve una classe dirigente credibile. Dobbiamo chiedere che ci convinca di avere idee per risolvere i nostri problemi. Dobbiamo chiederle che ce le spieghi con pazienza e senza fumo negli occhi anche quando problemi e le soluzioni sono così complessi da non potersi comprimere in una riga.
Per dirla noi in una riga: abbiamo bisogno di una classe dirigente autorevole (tutt’altra cosa che autoritaria). Abbiamo bisogno di una classe dirigente che ci dimostri di essere per onestà e capacità e stile un po’ migliore della media di noi, diversamente perché mai dovremmo affidarle il nostro futuro? Tanto più che c’è il rischio che le brache di tela con cui ci si presenta siano la metafora di come ci lascerà.
Suvvia, Salvini, si ricomponga. Se non per le cose di cui sopra, che probabilmente non condivide, almeno per il fatto che, anche Lei, come quasi tutti noi vestito fa una figura migliore.