Il dossier è pronto e da due anni è all’esame degli storici
dello Yad Vashem, il museo dell’Olocausto di Gerusalemme. Forse Giovanni XXIII potrà essere proclamato “Giusto delle nazioni” entro poco tempo. Sarebbe il primo Papa.
Il dossier è stato preparato dalla Fondazione Raoul Wallenberg,
fondata da Baruch Tannembaum, che tra i suoi membri annovera anche
Jorge Bergoglio, papa Francesco, curatore e conservatore del Murales
commemorativo delle vittime dell’Olocausto, ospitato nella cattedrale
cattolica di Buenos Aires.
Due anni fa la Fondazione ha presentato agli storici dello Yad Vashem
i documenti e le prove del salvataggio di molti ebrei da parte di
Roncalli quando era delegato apostolico del Vaticano ad Istanbul.
Nel dossier ci sono le prove che i “certificati di immigrazione” in
Palestina erano stati portati ad Istanbul tramite il corriere
diplomatico vaticano. Questo certificati hanno permesso a molti ebrei di
emigrare e non essere catturati dai nazisti per essere avviati nei
campi di concentramento in Germania. Roncalli intervenne personalmente a
favore degli ebrei slovacchi e bulgari. Baruch Tanembaum, in un
articolo sulla Jerusalem Post nell’aprile scorso, nel quale sollecitava
la nomina di Papa Giovanni a Giusto delle nazioni, spiegò che se avesse
fatto questo, come ha fatto, “in ebraico si direbbe dayenu, cioè sarebbe
bastato”.
La Fondazione ha premiato quest’anno con una medaglia il segretario personale di papa Roncalli, monsignor
Loris Capovilla,
in segno di riconoscimento per le azioni svolte da Roncalli quando era
in Turchia. In Israele la memoria di Giovanni XXIII è stata al centro di
un seminario di studio qualche settimana fa, organizzato insieme alla
Fondazione Adenauer.
In quella occasione Capovilla ha inviato un a lettera al Fondatore della
Fondazione Wallenberg nella quale ricorda l’opera di Roncalli “negli
anni cruciali delle persecuzioni naziste, nella sua funzione di delegato
pontificio in Turchia, tra il 1935 e il 1944”: “
Si prodigò con impegno per l’assistenza e lo smistamento degli ebrei verso terre ospitali”.
Capovilla in particolare ricorda un episodio per il quale il Gran
rabbino di Gerusalemme si recò a Istanbul a rendere omaggio al Delegato
apostolico: “L’aver salvato l’equipaggio di una nave, con a bordo molti
bambini e adulti, che venne dirottata verso un porto di sicura salvezza,
grazie all’interventi diretto del delegato apostolico, evitando così
morte quasi certa in uno dei campi di sterminio dei nazisti”.