Le mani in testa di San Charbel per guarire o più semplicemente per trovare il benessere interiore che solo la fede sa dare. E così che a Gragnano in provincia di Napoli hanno accolto la statua con le reliquie del santo conosciuto come il Padre Pio del Medio Oriente. E non è un caso che la statua realizzata da un'artista calabrese devota, Dina Giancotti, riproduce proprio il gesto dell’imposizione delle mani, che libera, che indica guarigione. Un gesto desiderato da quanti hanno avuto modo di avvicinare San Charbel. Un santo senza frontiere. Sulla sua strada la guarigione di Milan, una bimba musulmana di tre anni a cui l’eremita libanese ridiede la vita. E la sua apertura al mondo, ed anche a religioni diverse, non poteva non avere una sponda dove l’ecumenismo è particolarmente radicato, Pompei. La sua devozione alla Regina del Santo Rosario è stata letta sempre come il suo viatico verso la santità.
Chi era san Charbel: la vita di Giuseppe Makhluf
Giuseppe Makhluf nacque nel 1828, nel villaggio di Biqa ’Kafra il più alto del Libano, a 23 anni entrò come novizio nel monastero di ‘Annaya dell’Ordine Maronita Libanese. Nel 1859 fu ordinato sacerdote chiedendo poi di farsi eremita nel vicino eremo di ‘Annaya'. Canonizzato da Paolo VI nel 1977, a Padre Charbel sono attribuiti circa 23mila casi di guarigioni. E la sua appartenenza alla chiesa Maronita va letta proprio in una profonda devozione verso la Madonna del Rosario di Pompei. “Non smettere di amare” Il credo di San Charbel coincide proprio con il messaggio che ogni giorno parte da Pompei, dove i grani del Rosario rappresentano un continuo gesto d’amore.
San Charbel, da Gragnano alla Polonia una devozione che non conosce confini
La storia della sua vita racconta che il monaco libanese eremita non si separava mai dalla figura della Regina del Rosario. Un quadro era presente sull’altare dove celebrava le messe, un altro nella sua stanza dove la Madonna vegliava sul suo riposo. E in questi giorni a Gragnano, pochissimi chilometri da Pompei, i fedeli campani accolti dalll’arcivescono di Castellammare-Sorrento Franco Alfano e da Don Emanuele Rosanova parroco della chiesa Corpus Domini di Gragnano, hanno avuto l’opportunità di rivolgere preghiere direttamente al Santo così caro non solo ai fedeli cristiani ma anche a quelli di altre religioni. Una vita di silenzio che oggi però trova una voce in padre Jarek. Molto vicino a Papa Giovanni Paolo II, Padre Jarek è il fondatore delle case di preghiera di San Charbel. Gruppi in continua crescita ma fortemente radicati in Polonia. Gruppi che la comunità campana ha accolto con gesti di pace, preghiere e pellegrinaggi.