Che cos’hanno in comune due ragazzi
di oggi e san Francesco di Assisi?
Il nuovo romanzo di Alessandro
Mari, Gli alberi hanno il tuo nome (Feltrinelli)di cui avevamo apprezzato
l’esordio narrativo Troppa umana speranza,
gravita in fondo attorno a questa
domanda.
Gli alberi hanno il tuo nome si muove
su due piani temporali, sviluppati in parallelo.
Rachele e Ilario sono due ragazzi
di oggi. Vivono a Milano e sono fidanzati.
Lei lavora come psicologa in un
centro per anziani, lui si occupa di raccolta
fondi per il terzo settore. Con il pretesto
di un viaggio con destinazione a sorpresa,
un giorno lui la
introduce in quello che
sarà il loro nuovo appartamento,
dove inizieranno
la loro vita di coppia.
All’incirca otto secoli
prima ad Assisi il figlio
di un ricco mercante,
dopo alcune esperienze
di guerra, entra in una
crisi profonda: tutto ciò che fino ad allora
gli era sembrato importante e nobile
perde ogni significato; comincia ad aggirarsi
fuori dalle mura erette a difesa della
cittadina, dove incontra una donna
malata e gobba, di fronte alla quale vince
il naturale istinto di repulsione, e scopre
una chiesetta in rovina, alla cui riparazione
dedicherà tutto sé stesso.
Rachele si affeziona a un paziente che,
in passato, aveva tentato il suicidio. La
giovane psicologa è convinta di poterlo
“salvare” e raccoglie le sue memorie, nascondendo
alcune rivelazioni ai superiori
e ai familiari. E Francesco, sentendo
sempre più forte la voce interiore che
lo chiama, abbandona la famiglia, sceglie
la povertà e dà inizio a quello che,
oggi, chiamiamo francescanesimo.
Che cosa unisce dunque queste vicende
lontane nel tempo? È la scelta della radicalità,
il darsi senza misura a un progetto
ad accomunare la storia di Rachele e
Francesco e, al contempo, a separarle da
quella di Ilario, disponibile al compromesso.
E tuttavia sono ben diversi gli
esiti a cui approderanno la parabola
della ragazza e quella del santo: Francesco
accetterà di dare forma al suo messaggio
attraverso una Regola, mentre Rachele
si intestardirà a fare tutto da sola...
Confermando le qualità narrative del
primo romanzo, Mari costruisce una trama
appassionante. Affascinanti sono le
pagine in cui, fecondando con l’immaginazione
la documentazione storica raccolta
in due anni di studio, ci conduce accanto
a san Francesco, ci fa spettatori trepidanti
del suo travaglio interiore e di
un’epoca rievocata fin nei dettagli.