San Valentino è una di quelle ricorrenze che creano “spartiacque”: o ti piace o non ti piace. O te ne innamori o la ritieni la fiera della banalità commerciale. O stai in trepida attesa di un segnale da parte del tuo amore o speri di conoscere il tuo ragazzo, fidanzato, marito abbastanza da poter sperare che ti potrà sorprendere un giorno qualunque con una sorpresa o un'attenzione inaspettata e quindi proprio per questo graditissima, evitando di pulirsi la coscienza domani con una rosa sbiadita acquistata all’ultimo momento tornando a casa.
Diciamo la verità: la festa, passati i 20 anni, fa tenerezza se evoca ricordi del figlio alle elementari che ti chiedeva di acquistare la scatola di cioccolatini-baci per la graziosa compagna di scuola, a cui non aveva il coraggio di esprimere a parole simpatia, oppure se spinge a ricordare simpatiche strisce di fumetti come quelle splendide di Schulz con Snoopy che si immerge nella cassetta della posta con tutto il corpo perché “a volte i San Valentini rimangono incastrati sul fondo e in un primo momento pensi che non ti abbia scritto nessuno”. Per il resto il mercato sembra farla da padrone e i più romantici sono diventati i commercianti e i ristoratori. Per non parlare dei siti che propongono la giornata di oggi come il San Valentino degli amanti, perché domani sarebbe quello per le mogli (e queste ultime, quindi, stiano in guardia dai regali inattesi ed esagerati…).
Le feste, comunque, per fortuna, sono scatole vuote che ognuno riempie dentro di sè e ciascuno saprà distinguere lo squallore dai sentimenti puri e l’interesse economico dalla generosità vera. Un po’ come succede alla festa della mamma e del papà, quando sai bene che tutto è spinto dai produttori di cioccolato, ma se tuo figlio si presenta con le mani nascoste dietro la schiena e il sorriso timido e soddisfatto che ti scioglie il cuore…