Primo verdetto: la Tv può tutto (o quasi) visto che l’assenza del pubblico all’Ariston da casa non si è notata poi tanto. Secondo: le gag sul teatro deserto e sul protocollo anti Covid rischiano alla lunga di annoiare. Terzo: Amadeus ha rimescolato le carte con Ibrahimovic a fare da “valletto” e Matilda De Angelis a presentare, cantare, scherzare con lui. A tutto il resto ci pensa Fiorello.
Pronti, via e lo showman si presenta con un mantello di fiori (imitazione di Achille Lauro?), poi scherza con «il mio pubblico», si fa per dire, e parte subito la gag: «Su i braccioli, giù i braccioli». Si ride ma l’effetto è un po’ straniante e anche vagamente tristanzuolo. L’orchestra che sconfina in platea (hanno tolto più di una dozzina di file di poltrone) sembra più affollata di quel che è con i poveri musicisti a rischio torcicollo per vedere cosa accade sul palco. C’è la scalinata, rassicurante perché ci ricorda l’era baudiana, e perché offre sempre la possibilità di fare una gag sulla difficoltà di scendere, soprattutto per le signore con i tacchi.
Tra convenevoli e annessi e connessi, bisogna attendere più di mezz'ora per la gara vera e propria con le Nuove Proposte. Promossi alla semifinale di venerdì Folcast e Gaudiano, bocciati Avincola, che meritava di più anche perché il testo è molto significativo, ed Elena Faggi, diretta dal maestro Peppe Vessicchio applaudito dalla claque finta, tipo sit-com americane degli anni Ottanta. L’anno scorso, per dire, con il pubblico vero in sala, ci furono cinque minuti di applausi, una vera e propria ovazione.
Tutto fila liscio, senza intoppi, come da copione. Nella landa desolata dell’Ariston in un gazebo trasparente ci sono i colleghi di Radiodue. Fiorello passeggia tra le poltrone vuote e fa finta di trovare per terra una bottiglietta d’acqua: «Ah, è la mia, pensavo di non trovarla più». È passata un’oretta e anche la gara dei big finalmente inizia con Arisa in tailleur rosso fuoco. I fiori omaggio alle cantanti arrivano sul carrello perché nessuno li può toccare. E Fiorello ci scherza su.
La prima scossa arriva con Loredana Bertè, donna rock a tutto tondo, con grinta da vendere e voce sempre graffiante. In tempi normali, l’Ariston le avrebbe tributato una meritata standing ovation. Rimedia la regia con immagini di repertorio di un Sanremo di tanti anni fa. Peccato che quando è stata la volta del nuovo singolo si sia affidata al playback.
Lo stile Amadeus è collaudato e senza sbavature. E ne approfitta della ribalta per lanciare alcuni messaggi importantissimi come quello sull’uso della mascherina. «Ci siamo sentiti con il ministro Speranza: mi ha chiesto di ricordare a tutti che c'è un solo modo per uscire dalla pandemia: dobbiamo usare la mascherina, mantenere le distanze, lavarci le mani», dice Amadeus, che ha invitato all'Ariston Alessia Bonari, infermiera simbolo della lotta al Covid. Plaude il ministro su Twitter: «Il virus si può battere con l'impegno di tutti». Poi il presentatore lancia l’appello per la liberazione di Patrick Zaki, lo studente dell'università di Bologna detenuto da un anno in Egitto, e Amnesty International ringrazia. La serata è lunga, ci si annoia un po’, ma, si sa, la liturgia festivaliera è sempre uguale a se stessa anche in quest’anno così particolare.
Sugli ascolti Amadeus non batte se stesso
Arriva il primo tweet del cardinale Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura: «Anche quest'anno seguirò il Festival di Sanremo e desidero rivolgere un pensiero e un augurio particolare agli artisti: mancherà il pubblico in teatro, ma la musica torna sul palco, insieme alla speranza», scrive il porporato che a tarda sera twitta un verso della canzone di Madame, una delle più giovani cantanti in gara: «Sarà la voce ad essere l'unica cosa più viva di me».
Achille Lauro, collare di piume rosa, capelli blu, armatura, canta Solo noi e spacca a metà il pubblico a casa che sui social si divide tra entusiasti e iper-critici. Matilda De Angelis tiene una lezione sul bacio. Poi la classifica dei primi 13 big in gara: apre Annalisa, chiude Ghemon. Colapesce e Di Martino, dati per favoriti alla vigilia, arrivano decimi.
L’ultimo verdetto è dell’Auditel e dice che Amadeus non è riuscito nell'impresa di battere se stesso e l'ascolto record del debutto del festival dell’anno scorso. Nonostante il coprifuoco legato alle restrizioni anti Covid, ieri sera c'era meno pubblico davanti alla Tv rispetto a un anno fa: 17 milioni 934 mila spettatori la platea complessiva (dalle 21.36 all'1.30), oltre 1,3 milioni in meno sul 2020 (quando, nello stesso intervallo temporale, davanti al piccolo schermo c'erano 19 milioni 275 mila persone). Effetto Covid? Forse. Il Paese vive l’angoscia di una pandemia che rialza la testa anche quando crediamo di aver imboccato la strada giusta per uscirne. Sanremo offre un po’ di svago ma la testa purtroppo è altrove.