Sanremo, la canzone più bella è di Irene Grandi

La nostra canzone preferita è Un vento senza nome di Irene Grandi.

Dopo un'assenza di cinque anni, al suo quarto Festival la cantautrice fiorentina ha presentato la canzone più sorprendente. Da lei, una delle poche voci davvero rock della nostra musica, ti aspetti sempre grinta e chitarre a tutto spiano. E invece Un vento senza nome inizia con il pianoforte e con la voce che sussurra: “Il vento oggi ha portato con sé un racconto che parla di te”. Ecco, questo è il primo colpo messo a segno.

In tutte le altre canzoni domina, a volte in modo persino fastidioso, “l'io”. Irene invece sceglie di raccontare la storia di un'altra donna. Poco importa se, come lei stessa ha dichiarato, in quella donna c'è anche un po' di sé stessa. La distanza della seconda persona le consente di imbastire il racconto con il giusto impasto di distacco e di partecipazione.

Capiamo che è una donna ferita, ma che ha trovato il coraggio di volare via “da quello che non è giusto. Questo vento non avrà padrone, non avrà governo”.

Nulla di trascendentale, ma proprio nel minimalismo delle immagini scelte da Irene sta la forza di questo brano che si distacca dagli altri spesso sovraccarichi di enfasi. Minimalismo che si ritrova anche nella musica che cresce pian piano avvolgente senza tuttavia esplodere mai nel classico ritornello a polmoni spiegati tipico di Sanremo. La voce di Irene accompagna sinuosa il cammino di questa donna che “va via dalla notte infinita. Ed una mattina sei uscita e sei volata via nel vento”.
 
Quando abbiamo sentito questi ultimi versi ci è venuto un brivido: la donna non avrà deciso di porre fine ai tuoi tormenti togliendosi la vita? Tutto il contrario, ci ha rassicurato la stessa Irene. La sua donna ha semplicemente trovato la forza di lasciarsi alle spalle tutto ciò che la faceva soffrire. Per ricominciare più forte di prima.