Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 20 marzo 2025
 
Sanremo
 

Ma che c'azzecca Conchita Wurst con questo Festival?

11/02/2015  «Viene solo a cantare», ha detto Carlo Conti alla vigilia. E vorremmo pure vedere. Perché, cos’altro dovrebbe fare sul palco dell’Ariston la drag queen austriaca? Lanciare qualche appello, rifilarci un sermone sull’identità di genere? Più che per il talento canoro, finora ha fatto parlare di sé per il suo look da donna barbuta. Lo stesso motivo, probabilmente, per cui è stata invitata anche a Sanremo

Tonino Di Pietro direbbe: «Ma che c’azzecca?». Già, ma che c’azzecca Conchita Wurst a Sanremo? Questo Sanremo, poi. Nazionalpopolare ma anche attento ai valori, degno del Pippo Baudo dei tempi d’oro, rassicurante, tutto buoni sentimenti e omaggi commossi, dal ricordo di Faletti e Pino Daniele alle vittime delle foibe fino alla testimonianza di Fabrizio Pulvirenti, il medico di Emergency che ha sconfitto l’Ebola, uno degli italiani citati dall'ex Capo dello Stato Napolitano nel suo discorso di fine anno come simbolo dell'Italia migliore.

Carlo Conti, d’altra parte, è l'interprete perfetto per un Sanremo così, premiato dal 50% di share della serata d'esordio. È il garbato conduttore della serenità, del tinello di casa, degli amarcord gentili come ha dimostrato con Tale e Quale Show e I migliori anni. Ecco quindi che dopo Al Bano e Romina che cantano Felicità e celebrano la loro reunion artistica sul palco che li ha resi famosi negli anni Ottanta e la famiglia Anania da Catanzaro con i loro 16 figli, arriva la stonatura.

Mercoledì sera in Riviera arriva ospite Conchita Wurst, nome d’arte di Thomas “Tom” Neuwirth. «Viene solo a cantare, come artista», ha detto Conti alla vigilia. E vorremmo pure vedere. Perché, cos’altro dovrebbe fare sul palco dell’Ariston Conchita Wurst? Lanciare qualche appello, rifilarci un sermone sull’identità di genere? Dirci che l’identità sessuale non è un dato di natura ma una scelta? No, grazie.

Neuwirth, in arte Conchita Wurst, austriaco, 25 anni, è un uomo – non è transessuale, dice di non voler diventare una donna, si definisce gender-neutrale – ma preferisce vestire da donna e sembra voler creare apposta una certa confusione e incertezza riguardo la sua identità di genere.

Sul suo sito spiega come mai abbia deciso di creare il personaggio di Conchita Wurst, che definisce «semplicemente una cantante in un abito formidabile, capelli perfetti e una bella barba».

Quanto al nome d’arte scelto, in un’intervista al Wall Street Journal ha spiegato il significato. In Germania e Austria «la parola “wurst” viene usata per dire “non me ne importa niente”, “non è importante”.
E questo è quello che voglio comunicare: non importa da dove vieni o quale sia il tuo aspetto».
Il primo nome, invece, le è stato suggerito da un’amica cubana alla quale aveva chiesto il tipico nome della ragazza sexy con cui tutti vorrebbero uscire: Conchita. Il suo nome, spiega Conchita nel video, ha anche un secondo significato al quale non aveva inizialmente pensato: la parola “wurst” viene usata anche per indicare l’organo sessuale maschile e  la parola “Conchita” quello femminile.

In questo Festival a corto di polemiche, pacioso e fin troppo normale, con la politica che non accende più gli animi di nessuno e senza neanche un Grillo (Beppe) che minaccia di calare sull’Ariston, Conchita Wurst sembra un omaggio al politicamente corretto, alla par condicio “carlocontiana” che invoca un Festival per famiglie (ed ecco gli Anania da Catanzaro e l’appello per la sicurezza dei minori su Internet) e al contempo strizza l’occhio ai personaggi che tirano, un po’ controversi, che sembrano arrivati al successo più per le loro scelte sessuali e di genere (delle quali, sia ben chiaro, non ce ne importa assolutamente nulla) che per il loro talento artistico.

Per la cronaca: Conchita Wurst ha vinto a maggio la 59esima edizione dell’Eurovision Song Contest, l’annuale concorso canoro per i paesi membri dell’Unione Europea. Ma ha fatto parlare di sé per il suo look da “donna barbuta”. Lo stesso motivo, probabilmente, per cui è stata invitata anche a Sanremo.

Multimedia
Pietro Barone (Il Volo), con "Piove" il suo esordio a Ti lascio una canzone
Correlati
Pietro Barone (Il Volo), con "Piove" il suo esordio a Ti lascio una canzone
Correlati
Il Volo story: dalla Clerici al trionfo al festival di Sanremo
Correlati
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo