Littizzetto e Fazio a Sanremo: gli ascolti sono al di sotto delle aspettative.
Caso ha voluto che in questi giorni - in cui l'Italia trattiene il respiro per capire se Renzi saprà davvero dare una svolta al Paese - due eventi popolari e potenzialmente di forte impatto si sovrapponessero, distraendoci dalle angosce quotidiane. Parliamo ovviamente del festival dei festival, Sanremo, e delle Olimpiadi di Sochi.
Sanremo è Sanremo, si sa: a nessuno piace, ma tutti ne parlano (qualche quotidiano gli dedica la bellezza di quattro pagine al giorno) e tutti lo vedono. Tutti lo vedono? Sono sempre in tanti, in media 7,6 milioni di italiani, certo, ma molti meno dell'anno scorso. L'effetto Fazio-Littizzetto sembra svanito, serpeggia un po' di noia, rare le invenzioni, tanto passato e poco futuro... Insomma, prevale la disaffezione, la delusione si tocca con mano. Pare che tre milioni di connazionali, rispetto all'anno scorso, abbiamo deciso di non collegarsi con l'Ariston, per...
Magari per vedersi le Olimpiadi. Ma Sanremo e Sochi non sono la stessa cosa. Almeno per due motivi. Il primo, di natura tecnica, è fondamentale: Sanremo lo può vedere chiunque abbia un televisore (è in chiaro, si dice); le Olimpiadi no, se le gode solo chi ha un abbonamento a una Tv che ne abbia acquisito i diritti. L'altra differenza è invece di natura contenutistica: mentre il festival arranca, come abbiamo visto, le competizioni olimpiche garantiscono, ancora una volta, emozioni a non finire. Sarà perché tiriamo sempre fuori campioni eccezionali (dall'immortale Zoeggeler alla dolce Carolina) e, nella prospettiva sportiva, sembriamo uno Stato più grande e più serio di quel che siamo, ma lo spettacolo è straordinario. Italiani a parte, poi, è la competizione in sé, lo scontro fra titani dello sport, la sfida ai limiti umani ad appassionarci. E quest'anno ci si è messa pure la politica...
La splendida esibizione di Carolina Kostner a Sochi.
Allora si insinua un pensiero un po' birichino: vale la pena scommettere sempre e comunque su Sanremo? Non varrebbe la pena investire in qualche altro evento, tipo le Olimpiadi, magari nell'attesa che si trovi una formula più avvincente per la gara musicale?
In fondo, è una questione di contenuti e di emozioni. A Sanremo sono una variabile imprevedibile, alle Olimpiadi una costante garantita. Le Olimpiadi costano? Sanremo non è gratis, come denunciano certe cifre in rosso (relative però, va detto, all'epoca pre-Fazio). E poi, non si dice sempre che il pubblico più ambito è quello giovanile? Ecco, l'impressione è che le giovani generazioni abbiano preferito (e preferirebbero) i brividi di Sochi alle canzonette nostalgiche di Sanremo.