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lunedì 09 settembre 2024
 
La nostra pagella al festival
 

Sanremo, Conti batte Fazio tre a zero

13/02/2015  È sempre più il festival di Carlo Conti, premiato dagli ascolti: tre milioni di spettatori in più nella terza serata rispetto all'edizione dell'anno scorso. Con un pubblico anche più giovane e istruito. La nostra pagella.

Continua inarrestabile la cavalcata del Sanremo di Carlo Conti: la terza serata, dedicata alle cover dei successi del passato, ha ottenuto in media 10 milioni 586 mila spettatori pari a quasi il 50% di share.

Per intenderci, la terza serata ha incollato alla schermo tre milioni di spettatori in più alla terza serata di un anno fa. Tra chi ha acceso la Tv, ieri sera, uno su due ha seguito il Festival e tantissimi lo hanno poi commentato sui social.

Per il momento, Conti batte Fazio 3 a 0, cioè tre serate su tre con ascolti più alti rispetto all'edizione scorsa.

La novità sorprendente è che si è abbassata anche l'età di chi lo segue e si è alzato pure il livello di istruzione. Insomma, fosse pure solo per criticarlo, ma lo slogan di quest'anno “Tutti cantano Sanremo” è davvero azzeccato.

Ecco le nostre pagelle alla terza serata.

LO SPETTACOLO: VOTO 7,5
In questo Sanremo all'insegna del ritorno al passato, una tradizione si conferma: la serata dedicata alle cover è quella di gran lunga più divertente. Si è partiti subito con una sorpresa: il giovanissimo e praticamente sconosciuto Federico Paciotti, che ha stupito tutti con una versione rock di “E lucean le stelle”, accompagnandosi con la sua funambolica chitarra elettrica. In questi casi si dice: sentiremo ancora parlare di lui.

Anche gli altri ospiti sono stati all'altezza: dall'astronauta Samantha Cristoforetti in collegamento (registrato) dallo spazio, che si è divertita a far fluttuare nell'aria il suo microfono e ci ha fatto sapere che la sua canzone preferita di Sanremo è “Luce” di Elisa, al presidente della Sampadoria, meglio noto come “Er viperetta”, addirittura più divertente dell'imitazione che ne fa Maurizio Crozza e che quindi ha stracciato i due comici di professione che l'hanno preceduto, Alessandro Siani e Giovanni Pintus.

A proposito di comici, sono andati decisamente meglio Luca e Paolo, specie nel loro primo intervento. Prima hanno preso in giro Conti puntando sulla sua nota amicizia con il premier Matteo Renzi e poi, rifacendosi apertamente alla lezione di Giorgio Gaber, hanno proposto una canzoncina in cui hanno ironizzato sulla passione di noi giornalisti nel trasformare la scomparsa di un cantante in un evento mediatico: “Quando un grande artista passa a miglior vita – hanno cantato le ex Iene - sei distrutto perché non te l'aspetti, ma in televisione cominciano gli omaggi: tg, Vita in diretta e poi Giletti. E pure qui a Sanremo si canta “Il carrozzone”, si riesuma la salma ogni due ore, commemora anche Fazio, officia Gramellini, però solo se il morto è un cantautore. E per il funerale è pronta la diretta, con il commento del telecronista e la moglie che fa l'intervista: c'è sempre una grande donna dietro un grande artista”. E poi è subito pronta “la fiction con Beppe Fiorello”. Una ventata di sana cattiveria in un Festival finora sin troppo tranquillo. Decisamente più fiacco il secondo monologo in cui hanno interpretato una coppia gay che, dopo aver conquistato il diritto di sposarsi, ci rinuncia dopo che uno dei due dice all'altro che dovrà conoscere la suocera, non vedere più gli amici, pagare il mutuo, accudirlo in ospedale e dargli tutti i suoi averi in caso di morte...

L'operazione nostalgia, dopo Albano e Romina, può infine dirsi completata con il ritorno degli Spandau Ballet all'Ariston. Come il collega Albano, anche il leader Tony Hadley ha cantato come aveva fatto trent'anni fa (però ci ha risparmiato le flessioni come ulteriore prova di longevità).

LE CANZONI: VOTO 7
Il voto è il risultato della media tra il 7,5 delle canzoni presentate dai quattro giovani in gara, tutte originali e ben cantate (alla fine sono passati in semifinale Giovanni Caccamo e Amara, i più bravi) e il 6,5 delle cover dei Campioni: alcune sono state azzeccatissime come “Se telefonando” di Nek (che poi ha vinto), altre molto divertenti come la rilettura reggae con finale rap di “Una carezza in un pugno” fatta da Moreno, altre davvero emozionanti come la “Vedrai vedrai” di Luigi Tenco proposta da Gianluca Grignani, altre deludenti come la “Rose rosse” di Raf, vestito malissimo, e autore di una clamorosa stecca. Peccato, si vede proprio che questo non è il suo Festival.

I CONDUTTORI: VOTO 7
Lo avevamo invocato e alla fine è arrivato il primo errore di Carlo Conti. Al momento di proclamare la vincitrice tra Amara e Rakele ha alzato il braccio della prima (la vincitrice effettiva), ma ha detto il nome della seconda. E si è finalmente anche lasciato un po' andare ironizzando su sé stesso quando ha chiesto ai coristi di Raf, tutti di colore, “Questi signori tutti più scuri di me hanno un nome?”. Ma la vera sorpresa è stata Arisa. La sua presenza è stata in forse perché, ironia della sorte, dopo aver provato chissà quante volte a scendere le scale dell'Ariston, è ruzzolata dalle scale del suo hotel facendosi malissimo. Eppure è apparsa al tempo stesso più spigliata e ancora più stralunata del solito. “Il merito è dell'anestetico che ho preso. Ve lo consiglio a tutti”, ha detto spiritosa.

L'opposto di Emma che, forse innervosita dal successo della “rivale” è invece apparsa ancora più ingessata e anche antipatica specie quando, in risposta a Carlo Conti che l'aveva definita “una ragazza d'oro”, ha detto di essere “ultimamente anche di platino”, riferendosi ai premi ricevuti per i dischi venduti. Lei stessa alla fine ha ammesso che forse “era meglio se venivo qui come cantante”.

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