È la Lettera di San Paolo ai Galati – 4. La legge di Mosè al centro della catechesi dell'udienza generale del Santo Padre di mercoledì 11 agosto; si parte dal grande interrogativo «Perché la legge?» (Gal 3,19). «Se c’è lo Spirito Santo, se c’è Gesù che ci ha redenti» chiede Francesco «perché la Legge? Su questo dobbiamo riflettere oggi».
Il legame tra Alleanza con Dio e Legge, mosaica, quella di Mosè, i Dieci comandamenti, era indissolubile nel mondo ebraico; ed ecco che l'apostolo Paolo scrivendo ai Galati contraddice l'assunto: «l’Alleanza stabilita da Dio con Abramo era basata sulla fede nel compimento della promessa e non sull’osservanza della Legge, che ancora non c’era. Abramo incominciò a camminare secoli prima della Legge. Scrive l’Apostolo: «Ora io dico: un testamento stabilito in precedenza da Dio stesso [con Abramo], non può dichiararlo nullo una Legge che è venuta quattrocentotrenta anni dopo [con Mosè], annullando così la promessa. Se infatti l’eredità si ottenesse in base alla Legge, non sarebbe più in base alla promessa; Dio invece ha fatto grazia ad Abramo mediante la promessa» (Gal 3,17-18). La promessa era prima della Legge e la promessa ad Abramo, poi è venuta la legge 430 anni dopo. La parola “promessa” è molto importante: il popolo di Dio, noi cristiani, camminiamo nella vita guardando una promessa; la promessa è proprio ciò che ci attira, ci attira per andare avanti all’incontro con il Signore».
Non che, con ciò, l'apostolo Paolo fosse contrario alla legge mosaica: «No, la osservava. Più volte, nelle sue Lettere, ne difende l’origine divina e sostiene che essa possiede un ruolo ben preciso nella storia della salvezza. La Legge però non dà la vita, non offre il compimento della promessa, perché non è nella condizione di poterla realizzare. La Legge è un cammino che ti porta avanti verso l’incontro. Paolo usa una parola molto importante, la Legge è il “pedagogo” verso Cristo, il pedagogo verso la fede in Cristo, cioè il maestro che ti porta per mano all’incontro. Chi cerca la vita ha bisogno di guardare alla promessa e alla sua realizzazione in Cristo».
Ed ecco allora «la radicale novità della vita cristiana: tutti quelli che hanno la fede in Gesù Cristo sono chiamati a vivere nello Spirito Santo, che libera dalla Legge e nello stesso tempo la porta a compimento secondo il comandamento dell’amore. Questo è molto importante, la Legge ci porta a Gesù».
Ma allora prosegue il Pontefice «qualcuno di voi può dirmi: “Ma, padre, una cosa: questo vuol dire che se io prego il Credo non devo osservare i Comandamenti?”. No, i Comandamenti hanno attualità nel senso che sono dei “pedagoghi” che ti portano all’incontro con Gesù. Ma se tu lasci da parte l’incontro con Gesù e vuoi tornare a dare più importanza ai Comandamenti, questo non va bene. E proprio questo era il problema di questi missionari fondamentalisti che si sono immischiati fra i Galati per disorientarli». E conclude: «Il Signore ci aiuti a camminare sulla strada dei Comandamenti, ma guardando l’amore a Cristo verso l’incontro con Cristo, sapendo che l’incontro con Gesù è più importante di tutti i Comandamenti».
Santa Chiara e il dolore per padre Olivier
«Con molto dolore, ho appreso l’omicidio di padre Olivier Maire» ha detto il Santo Padre salutando i fedeli francesi. «Rivolgo le mie condoglianze alla Comunità religiosa dei Monfortani a Saint-laurent-sur-Sèvre, in Vendée, alla sua famiglia e a tutti i cattolici di Francia. Vi assicuro la mia partecipazione e la mia vicinanza spirituale».
Rivolgendosi, invece, ai pellegrini di lingua italiana ha chiosato: «Sono tanti! In particolare, saluto con affetto i partecipanti al “Latium Festival” di Cori (Latina). Su tutti invoco l’abbondanza dei doni dello Spirito Santo per un rinnovato fervore spirituale e apostolico. Il mio pensiero va infine, come di consueto, agli anziani, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Oggi celebriamo la memoria di Santa Chiara d’Assisi, luminoso modello di chi ha saputo vivere con coraggio e generosità la sua adesione a Cristo. Imitate il suo esempio perché possiate come lei rispondere fedelmente alla chiamata del Signore».