Santa per amore, santa “dell’ordinarietà” come la definì Paolo VI: Gianna Beretta Molla, magentina di origine, medico di professione, moglie e mamma per vocazione fino a sacrificare la sua vita per la nascita della quarta figlia, avrebbe compiuto cent’anni il 4 ottobre.
In occasione del centenario è stato indetto un anno Santo per valorizzare, su intuizione dell’arcivescovo Mario Delpini, i luoghi cardine della sua vita di giovane e di adulta: Magenta, in provincia di Milano, dove nacque, fu battezzata e si sposò con l’ingegnere Pietro Molla; Pontenuovo dove visse con lui e i figli; Mesero dove lavorò come pediatra.
Ultima in vita dei tredici fratelli Beretta, ci parla di lei sul numero di Famiglia Cristiana in edicola fino a mercoledì 5 ottobre, la madre canossiana Virginia, 97 anni che, con lucidità e tenerezza, ricostruisce a quasi un secolo di distanza, i momenti più significativi vissuti con la sorella e ricorda il loro legame speciale.
Da sinistra, suor Virginia Beretta con Antonella Cereda, foto di Fabrizio Annibali
A condurci nei luoghi della Santa, Antonella Cereda legata a madre Virginia da amicizia profonda e a Santa Gianna per motivi autobiografici. «Nel dicembre 2007 una notte all’improvviso ho perso mia figlia per una crisi cardiocircolatoria. Aveva diciannove anni. Tre mesi dopo, è scomparso anche mio marito». Antonella ha altre due figlie: «tengo con me una preghiera di Santa Gianna che leggo per trovare la forza di affrontare il dolore e aiutare le mie figlie a dare senso a quel che è successo. Per insegnare loro che la vita è bella lo stesso. È fatta di gioie e dolori. Quella preghiera mi consola».
Perché questa è la grande sfida di Antonella «come dice il Papa non farsi rubare la speranza. Solo così resti vivo. Madre Virginia? È stata il mio antidepressivo. Mi ha dato l’energia che solo le persone sante possono trasmettere». E Santa Gianna è una presenza affettuosa: «Gianna è una sorella: un’amica che sta camminando con me».
Ecco perché si impegna a farla conoscere «dove mi chiamano per parlare di lei vado. In università, nelle parrocchie, ai corsi fidanzati; a maggior ragione adesso, in un momento in cui la famiglia ha sempre meno senso. Santa Gianna con la sua vita racconta la bellezza dell’unione matrimoniale, l’amore, la maternità. È testimonianza per gli sposi perché anche in famiglia ci si può santificare».